Cultura e popolazione nord coreana

Religione:
I coreani sono tradizionalmente pragmatici ed eclettici per ciò che riguarda l’aspetto religioso. La loro visione della religione non è condizionata da un’unica fede, ma dalla combinazione di diverse credenze indigene e credi, come il Confucianesimo, Daoismo, e Buddismo, introdotti dalla Cina intorno al IV° sec. A.C.
Nel 1785 arrivarono invece i primi missionari cristiani, che furono però perseguitati fino al 1880. In seguito a questa data iniziarono ad insediarsi in Corea alcuni missionari Protestanti, che giocarono un ruolo molto importante nella modernizzazione del Paese. Poi, tra il 1945 ed il 1953, molti cristiani si spostarono in Corea del Sud per scappare dalla politica antireligiosa del regime socialista. Un’altra importante tradizione religiosa è il Ch’ndogyo, una nuova religione, diffusasi nel diciannovesimo secolo che enfatizza la natura divina delle persone.
Recentemente, sembra stia riprendendo piede, anche se in forma limitata, il Buddismo, ma chiunque visiti il Paese nota che la religione ufficiale in realtà è il culto di Kim Il Sung, adorato come divinità e riverito in molti aspetti della vita pubblica. Le attività religiose di altro tipo sono pesantemente ostacolate dallo Stato ufficialmente ateo, soprattutto il protestantesimo che viene associato fortemente agli USA. Le religioni tradizionali sono infatti considerate espressione di una ‘mentalità feudale’, una forza obsoleta che contrasta con la rivoluzione politica, la liberazione sociale, lo sviluppo economico e l’indipendenza.
Esistono ancora alcuni importanti templi e santuari buddhisti, sparsi per la maggior parte nelle zone rurali o montane. Quasi tutti, però, sono ormai soltanto attrattive turistiche o musei.
Istruzione:
Il sistema scolastico nordcoreano prevede undici anni di scuola obbligatoria e gratuita, dai 4 ai 15 anni, e, di conseguenza, il tasso di alfabetizzazione della popolazione adulta è molto elevato (99%). La principale sede universitaria è l’ateneo Kim Il Sung di Pyongyang. Le attività culturali sono incoraggiate e sostenute dal governo, che ha istituito musei storici e biblioteche in tutte le contee principali e ha dato vita a compagnie nazionali di danza, teatro e musica sinfonica.
Famiglia:
In passato, diverse generazioni usavano vivere insieme e si desideravamo motli figli per garantire la stabilità futura e la sicurezza della famiglia. Non era insolito che più di una dozzina di persone vivessero sotto lo stesso tetto. In anni recenti però, il trasferimento verso i centri urbani e la diffusione di case suddivise in appartamenti, hanno portato molte nuove coppie ad andare a vivere da sole. Questo trend ha portato ad un forte incremento del numero di nuclei familiari in Corea. Per tradizione gli uomini più anziani della famiglia sono considerati come le autorità supreme. Tutti gli altri membri devono fare ciò che questi ordinano o desiderano e la devozione filiale è la virtù maggiormente esaltata.
Abbigliamento:
La giacca, i pantaloni e il soprabito sono elementi presenti nell’abbigliamento coreano fin dall’antichità, anche se il caratteristico completo a due pezzi appare probabilmente solo negli ultimi secoli prima dell’era cristiana: si compone di una giacca stretta e di pantaloni corti, spesso bianchi. La nobiltà dei regni che si susseguirono nella penisola coreana si ispirò tuttavia allo stile cinese, adottando abiti ampi e pantaloni voluminosi. La società coreana sotto il governo della dinastia Yi del periodo Choson (1392-1910) era divisa in classi, con una stretta distinzione mantenuta fra la classe dominante (yangban) e le classi inferiori. Di conseguenza, la popolazione delle diverse classi era costretta a indossare vestiti diversi, confezionati con stoffe differenti e tinti in modo diverso. Le restrizioni erano particolarmente rigorose per gli indumenti da cerimonia, con l’unica eccezione del matrimonio.
Il costume nazionale femminile conserva la giacca corta e la gonna a vita alta (talvolta a pieghe, ch’ima) con un largo nastro come cintura. Normalmente le donne sposate indossano colori più attenuati o addirittura il bianco, il colore tradizionale dei vestiti coreani indossati specialmente in campagna.
Giochi:
I giochi popolari nel Paese sono divisi in tre categorie:
– Musica e danze: molto conosciute la danza dei contadini, la danza mascherata e la danza Kanggangsuwollan;
– Gare: includono gli scacchi coreani, Paduk (dama coreana), lotta, altalena, tiro alla fune, tiro con l’ arco, gare equestri, Subakhoe (Taekwondo odierno), combattimento con le torce, lancio della pietra. Normalmente i due sessi sono separati nei giochi e nei passatempi.
La lotta per esempio è una delle gare maschili. E’ una tradizione dei tempi antichi di regalare un bue come premio al vincitore. L’ altalena è invece un gioco femminile e vince chi va più in alto nelle oscillazioni. Nella società feudale le donne confinate nelle loro case erano così ansiose di avere un contatto con il mondo esterno da inventare questo gioco che consentiva loro di guardare oltre i muri;
– Giochi di bambini: includono il volo degli aquiloni, la slitta, il salto della corda, la trottola, nascondino e il volano.

Popolazione:

La Corea del Nord ha circa 23 milioni di abitanti, con una densità media di 195 unità per km², più alta nelle pianure della zona occidentale; il 62% della popolazione vive in centri urbani.
La popolazione dello Paese è una delle più omogenee del mondo sotto il profilo linguistico ed etnico, con solo piccole minoranze di persone provenienti dalla Cina (circa 50.000 persone) e dal Giappone (circa 1.800), che accompagnarono i 93.000 coreani al loro rientro al Nord dal Giappone, tra il’59 ed il ‘62. Gli altri residenti non coreani, per la maggior parte risiedono nel Paese solo temporaneamente (tra questi troviamo russi, cinesi e vietnamiti).
I coreani, di origine mongola, appartengono al gruppo tunguso, migrato in Corea del Nord dalle regioni dell’Asia nord-occidentale e caratterizzato da statura leggermente più alta e pelle più chiara della media dell’etnia mongola.
Lingua nazionale è il coreano, appartenente al gruppo uralo-altaico Grammaticalmente è correlato al giapponese, ma ha preso molti vocaboli dal cinese, riflesso della lunga dominazione culturale cinese. La scrittura segue invece un sistema fonetico conosciuto con il nome di Choson muntcha (chiamato Han’gul nella Corea del Sud). Nonostante esistano anche dei dialetti, la lingua parlata nella penisola è di comprensione universale.
I Nord coreani si riferiscono alla loro lingua, come alla “Lingua Acculturata” (munhwa), che us ail dialetto regionale di P’yongyang come suo standard. Diffamano invece la lingua della Corea del Sud, che chiamano “Lingua Standard”, in quanto civettuola e decadente, corrotta dal vocabolario inglese e giapponese e piena di suoni nasali.

 

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