Economia e Politica della Cambogia

L’economia cambogiana si basa principalmente sull’agricoltura, in particolare sulla produzione di riso (coltura che occupa circa l’80% delle terre arabili). Discreta sono inoltre le produzioni di mais, manioca, fagioli, soia, sesamo, canna da zucchero, banane, tabacco e noci di cocco. Il 60% della popolazione attiva trova occupazione in questo settore, che contribuisce alla formazione del PIL per il 30%. Prima della guerra e dei disordini civili degli anni Settanta e Ottanta, il paese era ampiamente autosufficiente dal punto di vista alimentare e venivano esportate rilevanti quantità di riso di cui invece, a partire dal 1974, è divenuta necessaria l’importazione.  Le considerevoli difficoltà di collegamento all’interno del paese fanno sì che venga sfruttata solo una piccola percentuale del potenziale offerto dalle estese foreste, che coprono il 57,7% del territorio cambogiano. Il prodotto più importante del settore è il caucciù che, seguito dal legname, rappresenta una delle voci di maggior rilievo nell’economia del paese. La pesca, soprattutto di carpe, pesci persici e sperlani, riveste poi una notevole importanza economica per la Cambogia, che trova nel lago Tônlé Sap una delle riserve di pesce d’acqua dolce più vaste del Sud-Est asiatico; la maggior parte del pescato annuo viene però utilizzata per il fabbisogno interno.
Il settore industriale (che impiega circa il13% della forza lavoro) è ancora in fase di sviluppo, avendo subito notevoli danni a causa dei conflitti degli anni Settanta ed è stato solo parzialmente riattivato. Ancora negli anni Novanta venivano prodotti perlopiù cemento e gomma lavorata. I mercati di Phnom Penh e delle altre cittadine, chiusi e distrutti durante il regime di Pol Pot, stanno solo recentemente riaprendo e il commercio di prodotti artigianali (stoffe, argenti, legno) sta conoscendo un nuovo impulso.
Le risorse minerarie del paese sono piuttosto limitate; vengono estratti soprattutto zirconi, zaffiri, rubini, sale, fosfato e bauxite. La Cambogia dispone inoltre di grandi potenziali di energia idroelettrica, ma la guerra e i continui contrasti interni hanno impedito lo sviluppo anche di questo settore. Infatti, la maggior parte dell’elettricità prodotta nel paese proviene da centrali alimentate a combustibile. Nel 2005, sono stati scoperti, in territorio cambogiano, depositi di olio e gas naturale e quando prenderà avvio il loro commercio (2009-2010), si prevede che questo avrà un forte impatto sull’economia del Paese.
Anche il settore turistico è in fase di espansione, grazie soprattutto alle attrattive archeologiche di Angkor Wat e alla bellezza architettonica delle strutture d’epoca a Phnom Penh. Nel 2006, il Paese ha ospitato più di 1,7 milioni di turisti stranieri. In 2006. Le strutture per l’accoglienza stanno aumentando a vista d’occhio: solo nella zona di Siem Reap (base per la visita di Angkor) negli ultimi anni si è passati da tre a un centinaio di alberghi, più una quarantina di guesthouse.
Le principali merci d’esportazione sono, tradizionalmente, riso, pesce, legname, vestiti e gomma e Stati Uniti, Singapore, Giappone, Thailandia, Cina, Indonesia and Malesia sono i suoi maggiori partner commerciali.
Al momento del Trattato di Pace di Parigi, l’economia cambogiana era in rovina. Decenni di tumulti, guerre civili, deforestazioni, ecc., avevano distrutto le principali attività economiche, ossia agricoltura, pesca e silvicoltura, e l’inflazione era alle stelle. Non appena venne meno il sostegno dell’Unione Sovietica, la Cambogia iniziò a rimpiazzare il sistema economico centralizzato, in stile sovietico, attraverso alcune riforme economiche che abbracciavano un’apertura al mercato, investimenti stranieri, incentivi e proprietà privata. Si è così ottenuto un declino dei livelli d’inflazione, un nuovo avvio delle esportazioni di riso e uno sviluppo significativo del settore terziario.
Ad esclusione dei principali centri urbani però, nelle aree rurali l’economia continua ad essere fondata su attività legate al settore primario. La Cambogia rimane così uno dei Paesi più poveri al mondo. L’alta presenza di mine sul territorio, limita poi l’uso agricolo delle terre e il Paese deve affrontare anche grandi carenze dal punto di vista infrastrutturale.
Forma di governo:
La costituzione del 1993 stabilì in Cambogia una monarchia costituzionale, devota ai principi di una democrazia liberale. Ciò è avvenuto a seguito delle elezioni organizzate dalle Nazioni Unite dopo i vari colpi di Stato e i tragici anni dei regimi di Lon Nol e Pol Pot (1970-1979). La carica di capo dello stato è ricoperta dal re (che però non esercita un grande influenza a livello politico), mentre il potere esecutivo è esercitato da un gabinetto di ministri guidato da un primo ministro. Quest’ultimo è designato dal re, con l’approvazione dell’Assemblea Nazionale. Il potere legislativo spetta a un Parlamento bicamerale: l’Assemblea nazionale, composta da 120 membri eletti a suffragio universale ogni cinque anni, e il Senato, i cui 61 membri sono eletti ogni cinque anni dai consigli amministrativi locali.
Il partito che regge il Paese è di stampo comunista filo-vietnamita anche se fra i due paesi c’è ancora tensione. Nell’Ottobre del 2004, è stato eletto il re Norodom Sihamoni da un concilio straordinario di nove membri, istituito in seguito all’inattesa abdicazione del re Norodom Sihanouk.
Amministrativamente, il Paese è suddiviso in venti province (khet), ognuna con a capo un governatore: Banteay Meanchey, Battambang, Kampot, Kandal, Koh Kong, Kompong Cham, Kompong Chhnang, Kompong Speu, Kompong Thom, Kratie, Mondulkiri, Oddar Meanchey, Preah Vihear, Prey Veng, Pursat, Ratanakiri, Siem Reap, Stung Treng, Svay Rieng e Takeo. Ci sono poi quattro municipalità (Phnom Penh, Sihanoukville, Kep e Pailin) con lo status di governi provinciali. Ogni provincia è poi divisa in distretti (srok), comuni (khum) e villaggi (phum).
La pena di morte è stata abolita nel 1989.
Politica estera: la Cambogia è uno Stato membro delle Nazioni Unite, della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale. Fa  parte della Banca di Sviluppo Asiatica, dell’ASEAN e dal 2004 partecipa al WTO.
La Cambogia ha poi stabilito negli ultimi anni relazioni diplomatiche con molti Paesi esteri: ospita al suo interno 20 ambasciate straniere, tra cui molte dei suoi vicini asiatici e dei soggetti più importanti delle negoziazioni di pace di Parigi, inclusi Stati Uniti, Australia, Canada, Cina, Unione Europea, Giappone e Russia. In Cambogia persistono ancora alcune dispute sui confini con i Paesi confinanti. Ci sono disaccordi sulla competenza di alcune isole e territori di confine con il Vietnam e sulla delimitazione delle linee di confine con la Thailandia.

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