La cucina bhutanese è una cucina salutare e ricca: si basa soprattutto sulla carne, pollame, riso rosso (leggermente simile alla noce) e bianco, e ancora verdure, formaggi, orzo e grano (l’alimento principale alle altitudini elevate). Il grasso di maiale è poi molto diffuso nelle zone selvagge a causa del suo contenuto energetico; i turisti lo trovano però pressoché immangiabile poiché in genere è stantio.
Tra i piatti tipici, ritroviamo:
Ema datse: ricco piatto tradizionale a base di peperoncini verdi molto piccanti, guarniti in una salsa di formaggio
Phak sha laphu: maiale stufato con rafano
Suja: thè tibetano con burro e sale che si offre in ogni occasione
Chang: birra locale
Arra: liquore distillato dal riso
Doma: noce di betel, offerta come gesto di saluto e usata come digestivo (da masticare).
Nel paese sono poi diffusi molti piatti tipici tibetani, tra cui i ‘momo’ (gnocchetti di carne o formaggio al vapore, serviti con carne o verdura e il ‘thukpa’ (tagliolini fritti o in brodo). I liquori sono facilmente reperibili in qualsiasi bar, con l’eccezione del Martedì (dry day). La tariffa giornaliera che il governo del Paese fa pagare ad ogni turista include anche i pasti. Orientativamente, se si vuol mangiare in un ristorante locale, i prezzi vanno da 1 a 4 dollari per un pasto economico, ai 10 dollari per un pasto in un ristorante di livello superiore, generalmente annesso all’albergo. I ristoranti servono il tradizionale cibo bhutanese, in stile buffet di solito, adattato al gusto occidentale e quindi con una riduzione delle spezie normalmente usate. E’ importante tenere presente però che molta della carne utilizzata proviene dall’India e viaggia spesso in camion privi di impianto di refrigerazione, per cui è consigliata molta prudenza.
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