Il giro del mappamondo

di Gabriele Bomben

Viaggiare con i nipoti attorno a un mappamondo per prepararsi a partire insieme

“Zio, è vero che hai fatto il giro del mappamondo?”, mi domandò con curiosità mio nipote Stefano girando il piccolo globo che gli avevo appena regalato.

“In un certo senso, sì”, gli risposi sorridendo.

“E come hai fatto a camminarci sopra? E’ così piccolo!”

“Ci sono tanti mappamondi, Stefano! Io ne ho utilizzato uno più grande di questo, così esteso che non potresti neanche immaginare quanto.”

“Però, forse, potrei provarci, se tu me ne parlassi”, mi incalzò Stefano con la curiosità tipica dei bambini.

“Si tratta di un mappamondo immenso, grande come il pianeta Terra. Le sue dimensioni sono tali che i mari sono pieni di acqua e le città abitate da persone. E, ovunque, si possono udire voci e suoni di tutti i tipi.”

“Mi stai prendendo in giro! Non può esistere un mappamondo del genere”, mi interruppe mio nipote.

“Te lo assicuro! Pensa che in questo momento anche tu sei seduto sulla sua superficie.”

“Davvero?”, mi chiese Stefano meravigliato.

“Certamente! Ecco, guarda! In questo momento ci troviamo qui”, gli dissi indicando con un dito l’Italia.

“E tu sei stato anche qui? E qui? E qui?”

“Piano, piano! Se muovi la mano così velocemente, non riesco a vedere dove la posi.”

“Ecco, zio, qui!”, mi disse appoggiando l’indice sull’Asia.

“Sì, ci sono andato. Anzi, quella parte del mappamondo l’ho girata in lungo e in largo.”

“Allora raccontami qualcosa! Che cosa aspetti?”


Asia

“E’ un continente decisamente affascinante e dalle mille contraddizioni. Pensa che qui, in India, i treni sono così lenti che, per andare da Pune a Varanasi, mi ci sono volute quasi trenta ore. Guarda, ti faccio vedere! Sembrano vicine queste due città, ma in realtà il viaggio è molto lungo. La lentezza, però, ha anche i suoi aspetti positivi, ad esempio ci si può godere il paesaggio con tranquillità. Vedi che su questo piccolo mappamondo ogni Stato ha un colore diverso? In quello che ho percorso io, invece, ciascun Paese assume molte tonalità differenti, tanto che dai finestrini del treno potevo osservare il verde lasciare il posto al marrone, il marrone al giallo, e così via. Ho anche avuto l’opportunità di conoscere altre persone che, come me, stavano percorrendo il mappamondo, alcuni per lunghi tratti, altri per brevi distanze. Tutti, però, eravamo accomunati dallo stesso desiderio di conoscere ed ammirare.”

“E non c’erano treni un po’ più veloci?”

“Sì, ma per trovarli mi sono dovuto recare su queste isole, che prendono il nome di Giappone. Lì ci sono dei treni così rapidi che sembrano quasi razzi spaziali. Non ci si accorge nemmeno di esserci saliti che già si è giunti a destinazione. Piacerebbero anche a te, ne sono sicuro! E sai una cosa? Il Giappone è un luogo talmente moderno che si ha l’impressione di trovarsi nel futuro, così come viene descritto da alcuni cartoni animati. Tuttavia ci sono anche alcuni luoghi che riportano nel passato, addirittura nel medioevo. Un esempio è il Castello di Himeji, che viene chiamato anche Airone bianco, tanto è bello e maestoso.”

“Nel medioevo? E c’erano anche i cavalieri?”

“Cavalieri se ne incontrano, ma non in Giappone. Per vederli sono andato qui, in Mongolia. Molti si vestono con abiti tradizionali e vivono in grandi tende circolari, chiamate ger. Possiedono poche cose, ma la natura che li circonda è qualcosa di straordinario, in grado di far dimenticare tutti gli oggetti che a noi sembrano indispensabili. I bambini non conoscono i videogiochi e le loro televisioni sono ancora in bianco e nero. In compenso, però, hanno tutto lo spazio che vogliono per correre e giocare, e di notte il cielo stellato è migliore di qualsiasi film. Non ci sono automobili e spesso non si ode alcun rumore. A tratti mi sono perfino trovato in compagnia del silenzio, una sensazione stupenda.”


Oceania

“E questo territorio come si chiama? Ci sei stato?”

“ Sì, sono andato anche lì. E’ l’Australia, che fa parte di un continente chiamato Oceania.”

“E come ci sei arrivato, a nuoto?”

“No, no! Come ti è venuto in mente? Ho utilizzato un aereo, anche se poi, in effetti, il bagno nel mare l’ho fatto. E pensa che era dicembre!”

“Dicembre? E l’acqua com’era? Molto fredda?”

“No, tutt’altro! Lo sapevi che in quella parte del mondo le stagioni sono rovesciate? Se da noi fa caldo, lì è freddo e viceversa. Quando sono partito, qui nevicava, mentre in Australia c’era un sole che spaccava le pietre. Vi sono poi alcune cose che là vengono fatte al contrario. Per farti un esempio, ho noleggiato un’automobile e, anziché correre sulla parte destra della strada, dovevo tenermi sulla sinistra. Ed il volante era in corrispondenza del sedile che da noi è destinato al passeggero. Strano, no?”

“Sì, mi sembra quasi incredibile!”

“Eppure è proprio così! Nonostante ciò, ogni tanto mi è capitato addirittura di sentirmi a casa. Ecco, guarda! Mi trovavo in questo punto, diretto verso una piccola isola, Phillip Island. Bene, sai come si chiama l’ultima cittadina situata sulla terraferma, prima di  arrivarci? San Remo! Non è curioso imbattersi in una località con un nome in italiano?”

“Sì, direi di sì. Comunque, zio, la mamma mi ha detto che il mio amico Jimmy viene dall’Australia”, cambiò discorso Stefano mostrandomi un canguro di peluche.

“Tua madre ha perfettamente ragione. In Australia, infatti, ho fatto conoscenza con i fratelli e le sorelle di Jimmy.”

“Non ci credo, zio! Come li hai incontrati?”

“Me ne stavo tranquillo in mezzo al verde, quando ad un tratto ho visto un canguro spuntare tra la vegetazione e fermarsi a guardarmi. Poi, d’un tratto,  ne è saltato fuori un altro, e subito dopo un altro ancora. E’ stata un’esperienza straordinaria: ero circondato da questi bellissimi animali che vivono solo in questa parte del mondo… anzi, del mappamondo. Ovviamente, a volte capita che qualcuno di loro decida di spostarsi per stringere amicizia con qualche bambino, come nel caso di Jimmy. Anche lui ha intrapreso un bel viaggio, per arrivare fin qui. Ad ogni modo, ho visto anche altri animali, sai?”

“Sul serio? E quali?”

“Ad esempio i koala, piccoli mammiferi che si nutrono di foglie di eucalipto. Oppure uccelli dai nomi quasi impronunciabili, come il kookaburra, uno dei quali se ne stava appollaiato sopra un palo fissandomi intensamente. Chi mi ha più colpito, però, è stata un’echidna che ha attraversato la strada proprio davanti ai miei occhi. A proposito, lo sai che cos’è un’echidna?”

“No di certo, zio. Cos’è l’edicna?”

“Non edicna, Stefano! Si dice echidna! E’ un animale molto simile al riccio nostrano, ma con un simpaticissimo muso a becco. Mi ha fatto veramente piacere vederne una dal vivo.”


Sud America

“Devo ammettere che hai visto un sacco di cose. Però, secondo me, qui non ci sei mai stato!”, esclamò mio nipote indicando il Sud America.

“Ti sbagli, mio caro! Ho messo piede anche lì. E’ una delle parti più belle di tutto il mappamondo. Ci si può immergere in una natura incontaminata, ma anche perdersi in città immense, nelle quali abitano milioni di persone. Ciò che mi è rimasto impresso del Sud America è che tutto mi sembrava essere di grandi dimensioni: le foreste, i fiumi, i centri abitati. Ti dirò di più: anche il cuore della gente mi è parso decisamente grande. Ho incontrato tante persone disposte a darmi una mano, e questo non lo potrò mai dimenticare.”

“E cosa ti è piaciuto di più?”

“Senza dubbio la foresta amazzonica è qualcosa di unico. Si ha la sensazione di sentirsi parte integrante della natura. Vedi? Si trova proprio qui. Anche se su questo mappamondo è colorata di rosa e giallo, in realtà è il luogo più verde che esista. E’ veramente un posto magico.”

“E poi cosa mi racconti?”

“Mi è rimasta nel cuore la musica di quei luoghi. Ancor oggi, a volte, mi trovo a fischiettare alcune melodie che ho imparato lì. Spesso i musicisti utilizzano strumenti particolari, diversi da quelli a cui siamo abituati. Io sono rimasto particolarmente attratto dai flauti andini, che emettono suoni dolci e rilassanti .”

“Tutto qui?”

“A dirti il vero, non mi sembra poco, ma se tutto ciò non ti bastasse, ti dirò che in Sud America, qualsiasi cosa si faccia, si ha sempre l’impressione di vivere un’avventura.”

“Zio, anche a me piacerebbe fare qualche esperienza come le tue. Mi porti con te, la prossima volta?”

“Dunque, vediamo… a dire il vero mi sembri un po’ grandicello per stare dentro la valigia. E non fare quella faccia triste, che sto scherzando! Anzi, sai che ti dico? Se la tua mamma ed il tuo papà sono d’accordo, la prossima volta partiremo insieme!”

“Magari, zio! E quando?”

“Dipendesse da me, anche adesso! Anzi, perché non andiamo subito dai tuoi genitori a chiedere loro il permesso? Ho già in mente una nuova destinazione!”

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