La Musica cinese, ritenuta di origine divina e strettamente connessa alla cosmologia e all’astrologia, durante la dinastia Chu (1122-225 a.C.) aveva un ruolo importante all’interno delle complesse situazioni rituali cinesi: associata alla danza, essa accompagnava i cerimoniali religiosi collegati alla natura e alle tappe fondamentali della vita umana,inoltre si credeva che in cina la musica avesse un ruolo formativo per lo spirito.
Si riconosceva alla musica la capacità di agire sull’individuo condizionandone i comportamenti in senso positivo o negativo; il filosofo Confucio (551-479 a.C.) espresse opinioni molto simili a quelle che, nel V sec. a.C., il greco Damone divulgava ad Atene, soprattutto riguardo alla necessità di un attento controllo statale sulla diffusione dei repertori musicali.
Gli strumenti erano divisi in otto gruppi determinati dal materiale del corpo vibrante: seta, canna, argilla, pelle e zucca. Nel corso della dinastia Han (206 a.C.-233d.C.) si stabilì l’altezza di un “suono fondamentale”, detto hoang-cong (campana gialla), capace di costituire un riferimento fisso per l’intonazione e corrispondente al nostro Mi (per alcuni etnomusicologi al nostro Fa). Venne inoltre creato l’Ufficio imperiale della musica, col compito di raccogliere tutto il materiale musicale e gli studi di carattere acustico.
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