Popolazione, lingua e cultura in Myanmar

La Birmania conta più di 50 milioni di abitanti (dati 2006), con un tasso annuo di crescita del 2,1 % ed una densità di circa 70 abitanti per Km2 (una delle più basse dell’Estremo Oriente). Circa i ¾ della popolazione vivono nelle aree rurali.
La popolazione è costituita per i tre quarti da Birmani e per il resto da gruppi etnici minoritari come gli Shan, i Karen (Kayin), i Kachin, i Chin, i Kayah, i Mon e i Rakhíne.
I Karen (localmente chiamati anche Kayin) sono la minoranza etnica più numerosa (circa due milioni di individui) e costituiscono un’entità nazionale e linguistica omogenea, con un proprio Stato situato nella parte sud-orientale del Paese, al confine con la Thailandia. Fa parte di questa etnia, la particolare tribù dei Padaung, letteralmente “collo lungo”, noti per la stravagante usanza che hanno le donne di farsi allungare il collo due o tre volte più del normale, portando diversi anelli d’oro o di rame. Tale usanza è contestata dalle giovani generazioni, ma le anziane padaung non possono togliersi gli anelli perché il collo, abituato fin dall’infanzia a quei sostegni, non sarebbe più in grado di reggere da solo la testa.
Gli Shan costituiscono il terzo gruppo etnico della Birmania: di origini cinesi con forti influenze siamesi, sono dediti all’agricoltura e alla pastorizia e abitano l’omonimo altopiano; anch’essi hanno un proprio Stato all’interno del Myanmar, che fu creato nel 1948 fondendo i 33 territori shan preesistenti.
Nel periodo dell’occupazione britannica, la maggior parte delle minoranze etniche furono però separate senza porre precisi confini territoriali e ciò ostacolò il mantenimento delle singole tradizioni. Ora d
Gli altri gruppi etnici sono decisamente minoritari (il più numeroso è quello dei Cin che supera appena il milione di individui), ma godono di autonomie locali a salvaguardia delle loro identità e tradizioni. Diversi gruppi armati autonomisti reclamano ancora però una propria indipendenza, precludendo al potere centrale il controllo di vastissime zone interne al Paese.
In Myanmar non esistono più popoli selvaggi, ma si possono trovare residui di forme arcaiche di vita presso alcune tribù negli angoli più remoti del Paese. I Naga, dell’estremo nord-ovest erano cacciatori di teste ancora qualche decennio fa, compivano sacrifici umani e non indossavano alcun indumento. I Kamti, ormai quasi completamente assimilati dai Kacin, hanno praticato fino a  trent’ anni fa il commercio degli schiavi.
Un cenno particolare merita il gruppo dei Moken o Salon (letteralmente “immersi nel mare”), perché si tratta di una popolazione di nomadi del mare che vivono su imbarcazioni nell’arcipelago di Mergui, al largo della costa birmana.. Le autorità birmane, visti vani i tentativi di assoggettarli a un qualche controllo, li hanno abbandonati a se stessi.

Lingua
La lingua birmana, lingua ufficiale di queste terre, è parlata anche in Thailandia, in Bangladesh, in Malesia, negli Stati Uniti d’America e in Australia. É diffusa fra oltre quaranta milioni di persone come lingua ufficiale e da altre minoranze come seconda lingua.La lingua parlata è detta Mranmakaca, mentre quella scritta si chiama Mranma e hanno le loro differenze. Lo scritto, per esempio, è formato da caratteri circolari e semicircolari derivati dal Brami e consiste di 45 lettere in totale: 34 consonanti e 21 vocali. Le forme rotonde delle lettere sono date dal fatto che tempo fa si scriveva su foglie di palma e i segni dritti avrebbero rovinato la foglia.Il birmano, in generale, nasce dal dialetto di Rangoon, a causa della centralità amministrativa della ex-capitale. I dialetti più diffusi e importanti sono: Merguese, Mandalay, Beik, Tavoy e Rakhine, che hanno un accento piuttosto arcaico. Tutti i dialetti, comunque, hanno una chiarezza reciproca: è difficile capirsi e comunicare tra persone che parlano dialetti diversi.
Società
Nonostante nel Myanmar coesistano, non senza difficoltà, svariate culture indigene, quella dominante è quella Bamar che si manifesta nella cucina, nella letteratura, nella musica, nel teatro e nella danza. Le arti, soprattutto la letteratura, hanno come tema principale il Buddhismo Theravada.
Anche il colonialismo britannico ha introdotto in questa cultura alcuni elementi tipici dell’Occidente, specialmente nell’educazione e nell’architettura di alcuni edifici delle città, come Yangon. Grazie all’attività missionaria nelle minoranze Karen e Shan è in parte diffusa la cultura cristiana.
E’ l’India però ad aver influenzato maggiormente lo stile di vita della popolazione del Myanmar, soprattutto attraverso il Buddismo, che è diventato il fulcro delle loro esistenze. I monasteri (pongyi kyaung) sono considerati i centri della vita sociale nei villaggi e i monaci sono venerati anche dai laici. Lo shinphyu è un’esperienza sperimentata da tutti i ragazzi durante la loro adolescenza ed è il più importante rito di crescita. Essi si rinchiudono nei monasteri per vivere come monaci novizi e provare l’esperienza del Gautama (colui che diventa Buddha). In ogni momento della loro vita potranno poi ritornare in questi monasteri, per qualsiasi periodo di tempo, con l’unica restrizione, per gli sposati, di chiedere il consenso alla moglie. Alla stessa età in cui i ragazzi sperimentano lo shinphyu, le ragazze svolgono una cerimonia in cui si perforano i lobi delle orecchie.
Per quanto riguarda il vestiario, sia uomini che donne indossano delle gonne, a causa del clima caldo, con l’unica eccezione dei militari, che indossano pantaloni. Le gonne sono realizzate con il longyi, che è un tessuto drappeggiato intorno al corpo (per gli uomini in un modo e per le donne in un altro) e con l’estremità infilata nella cintola. Sopra, le donne indossano camicette, sia a manica corta, sia lunga, mentre gli uomini portano camice leggere. Non indossano scarpe, dato il caldo, ma sandali. Un accessorio usato tutto l’anno è invece l’ombrello, con il duplice uso di protezione dal sole intenso o dalla pioggia.
Religione:
Oltre l’80% della popolazione è buddista. Ci sono però anche cristiani, mussulmani, induisti e qualche animista. Vige una piena libertà di culto. I missionari cristiani sono presenti nel Paese da oltre 150 anni, per primi i battisti americani.
Giochi:
Caroms o Carrom: si tratta di un biliardo in miniatura sul quale vengono disposte pedine di due colori più una regina che debbono essere fatte cadere in buca agli angoli. Alcuni pensano che il gioco non sia originario di questo paese. Per quanto concerne le regole, ogni giocatore ha a disposizione nove gettoni, neri o bianchi ( o di altro colore). Una «regina» rossa e un «percussore» completano il gioco. Si dispongono i gettoni con il gambo della «y», formata dai gettoni, puntato in direzione del giocatore che inizia la partita. I bianchi giocano per primi, piazzando il percussore in un punto qualunque della base del triangolo, che il giocatore ha davanti. Egli dà un buffetto al percussore in direzione del cerchio centrale in cui si trovano tutti i gettoni. Il suo scopo è di toccare uno dei gettoni mandandolo verso la buca. Le dita soltanto possono oltrepassare le righe che segnano i limiti del suo territorio (soltanto le dita e la mano possono sorpassare la linea di base del suo triangolo). Se un giocatore viene meno a queste regole, dovrà restituire un gettone, tolto da quelli radunati nella propria buca. Se ancora non ne ha conquistati, dovrà rendere il primo che riuscirà a farvi entrare. Il primo giocatore continua a tirare finché riesce a far cadere, a ogni colpo, in buca un gettone bianco. Dopo ogni colpo, il giocatore deve collocare nuovamente il percussore in un punto della base del suo triangolo. Se un giocatore spinge un gettone avversario nella buca, perde il suo turno e il gettone rimane in buca. Se lo stesso percussore cade nella buca, il giocatore paga pegno e cede il turno. Se un gettone esce dal piano, il giocatore perde il turno e l’avversario tenta di riportarlo più vicino possibile al cerchio centrale. Se il percussore cade su un gettone, lo si toglie senza far muovere il gettone. Se è un gettone a cadere sul percussore si toglie questo, senza cambiare di posto al gettone. La regina rossa può essere spinta in una buca ogni volta che un giocatore abbia introdotto, per la prima volta, un gettone in questa; la regina fa guadagnare cinque unti al giocatore, a meno che egli non abbia già raggiunto 24 punti, nel qual caso egli consegue un punto solo. Quando uno dei giocatori è arrivato ad introdurre tutti i propri gettoni nella buca, la partita è finita. Il numero dei punti che egli ottiene equivale a quello dei gettoni che l’avversario ha ancora sul quadrato, più 5 punti se, durante il gioco, egli è riuscito a introdurre anche una regina nella buca (i punti della regina contano solo per il vincitore della partita). Si giocano più partite, fino al raggiungimento di 29 punti. Un gioco si compone di tre partite.
Musica:
Per quanto riguarda la musica tradizionale birmana , essa include strumenti come il tamburo chiamato “pat waing”, lo xilofono di bambù chiamato “pattala”, cembali, flauti, oboe e strumenti a corda, spesso organizzati in orchestre chiamate “saing waing”.Il Saung, uno strumento a corda con una forma simile ad una barca e corde di seta, ha sul “collo” disegnate delle immagini associate alla cultura e alla storia. Dal 1950 anche la canzoni occidentali si sono diffuse con successo, specialmente nelle grandi città.

 

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