Sai cosa c’è oltre l’Europa? Un mondo. Scopriamolo!

di Simone Giretti

Vivere il mondo – Brasile, Australia e Asia

 

E’ giunta l’ora. L’Europa non ha più segreti per me. O forse ne ha ancora, ma sono solo sottigliezze. E’ ora di andare oltre. E’ ora di svelare ciò che fuoriesce dalla canonicità occidentale. Ciò che rende le popolazioni povere, più ricche. Ciò che rende il diverso, più attraente. Ciò che rende ogni scorcio di paesaggio, un’incredibile fonte d’ispirazione per potenziali artisti come me. Ciò che rende ogni vista, uno sfondo della nostra vita. Ciò che rende l’impossibile, possibile.
E così, dopo aver lavorato in fattorie irlandesi raccogliendo patate. Dopo aver corso per le vie di Praga, alla ricerca di una ragazza di cui mi sarei potuto follemente innamorare. Dopo aver cercato di apprendere l’inglese a Malta, imparando invece solo a divertirsi facendo festa. Dopo aver girato la Spagna, tra una movida e l’altra, una paella, sangria, il confronto tra la maestosa architettura araba dell’Andalusia e quella più sofisticata ma altrettanto splendida di Valencia . Dopo aver scoperto alcune isole greche, a bordo di motorini o auto affittate, come solito fare dai turisti italiani. Dopo essere ritornato di nuovo nella capitale ceca, in un immancabile viaggio in auto con gli amici, aver preso multe, ganasce, bidoni, e birre economicissime. Dopo essermi perso a più riprese nella capitale inglese, in una Londra che già di suo è un mondo labirintico. Dopo essermi spinto sino alla terra ghiacciata nel periodo giù congelato dell’anno, l’Islanda, ed essermi immerso nelle bollenti acque che fuoriescono in quella terra così vulcanica. Dopo essermi perso e aver girovagato per la notte a Dublino, ascoltando il mio I-Pod e coperto da un abnorme k-way, ingannando il tempo mangiando cibo dubbiamente salubre. Dopo aver vissuto l’Europa, si va verso altre terre!


E così, mi trovo al Lisbon International Airport. Mi piace rimanere in silenzio ad osservare la gente che si muove con i propri bagagli, e mi piace indovinare quale possa essere la loro destinazione. Gente che viene da ogni paese, gente che va in ogni paese. Crocevia di razze, lingue e religioni. Sono lì che aspetto il mio aereo. Pronto per la mia avventura, per il viaggio che cambierà la mia esistenza. Guarderò la grande casa, qual è il mondo, attraverso tutte le sue camere.
Sono trascorse sette ore e venti minuti di aereo, ma sembra siano passati attimi. È quello che capita quando in testa hai solo l’emozione di fare qualcosa per cui vale la pena vivere, e vuoi gustarti ogni secondo.

Brasile

Mi trovo in Brasile. Fortaleza. Il mio amico Rafael, dopo averlo ospitato in Italia e avergli mostrato posti memorabili del nostro paese, vuole ricambiare il favore. Sono ospite nella sua dimora, con la sua famiglia. Solo guardandomi attorno superficialmente riesco a notare la macroscopica differenza tra la gente povera e quella ricca, e vedere ciò dal vivo è molto più percettibile. Nel frattempo mi adatto ai costumi del paese. Giro in costume, t-shirt e infradito. Sorseggiamo caipirinhas a volontà, e mangiando spiedini di gamberi , giriamo spiagge che mi fanno dimenticare l’orologio.

Perché in questi momenti non ho più bisogno di sapere l’ora, il giorno, l’anno in cui stiamo vivendo. Perché qui ci rimarrei per tutta la vita. Morirei con il sorriso in viso. E soprattutto, nell’anima.

Ma non è così. Ho ancora molto da vedere. Rafael viene con me a Rio, è l’ora di scatenarci ballando fino allo stremo. È straordinario vedere come la gente balla, come hanno nel sangue le movenze. L’unico motivo per cui scambierei la mia italianità è per avere questa irrefrenabilità nello scuotere il mio corpo. In questi giorno posso assolutamente comprendere il significato della parola “saudade”, nessun vocabolario di nessuna lingua riuscirà mai a farne capire il senso. Lo si può capire solo vivendo il Brasile.

Colombia

Cambio paese, ma le emozioni stentano a diminuire. In Colombia mi raggiunge la mia amica Micaela, una ragazza ecuadoregna che ho avuto la fortuna di conoscere in Italia. Sfrutto la sua conoscenza di Bogotà per scorgere i posti migliori. Sembra quasi che tu non abbia più fiato, trovarsi a 2640 metri d’altezza si fa sentire. Anche qui fa strano notare l’ammasso di baracche che si alternano a edifici avveniristici. C’è un immagine che mi rimarrà sempre impressa: bere birra e mangiare i patacones, i tipi platani fritti colombiani, osservando il verde paesaggio dal santuario di Cerro de Monserrate. Riesco davvero a figurarmi il concetto di infinito. Devo ringraziare la mia cara amica che ha avuto la brillante idea di spingermi fino a un luogo così incantato. Mi assale la malinconia quando sto per lasciare il paese, mi sovviene una ragazza con la quale sognavo di spaccare il mondo . Mi ha colpito così tanto vedere dove è venuta al mondo una creatura talmente amabile che non riesco a trattenere l’emozione.

Australia

Era da quando avevo 16 anni che sognavo di esplorare il mondo australiano. Dopo anni di attesa, finalmente eccomi qua. La terra dei canguri, dove tutti sognano di emigrare. Questa volta sono solo. A volte amo essere in nessuna sfera sociale, per poi inserirmi e divincolarmi nelle sfere sociali delle persone che incontro. Si parte da Cairns, in cui mi dedico al relax e a un paio di escursioni nell’immensa barriera corallina che vi si trova. Giusto il tempo di salutare un mio compaesano trasferitosi lì stabilmente con la sua ragazza coreana, e mi metto in strada. Io e l’Australia in jeep, niente mi fa sentire più libero! Non posso mancare le 3 metropoli che la contraddistinguono, Brisbane, Sydney e Melbourne. In particolar modo ricordo la Centrepoint Tower a Sydney, gode di una vista eccezionale, in cui si può intuire lo skyline che delinea la città.

Non capisco perché l’Australia è piena di riproduzioni di oggetti in formato gigante, e nessuno è ancora riuscito spiegarmi il perché. Una di questa è la Big  Golden Guitar, una chitarra gigante d’oro, a Tamworth, a cui ho fatto svariate foto. Ma girando se ne possono vedere di più strampalate, come un avocado gigante, o una trota gigante. Ce ne sono milioni! Ed ecco infine la parte più meravigliosa: i paesaggi e le sensazioni che si incontrano guidando nella Great Ocean Road. Mi fermerei ogni secondo per immortalare nella mia fotocamera tutte le immagini che i miei occhi stanno vedendo, ma decido di continuare senza fermarmi. Così che la strada, come le emozioni che sto provando, scivolino e proseguano senza interruzioni, per improntarsi ancor più scalfite nell’anima.

 

Asia

L’Asia, un continente immenso. Neanche il tempo di arrivare qua, che già sogno di tornarci. Devo ammettere, fa un effetto strano ritrovarsi immersi in una città con 23 milioni di abitanti. Sembra di essere una formica in un grande formicaio. La gente non si accorge di te, ma tu ti accorgi degli altri. Eccome! Shanghai mi ha da sempre attratto, perché rappresenta il modello di vita orientale combinato con molte sfumature occidentali. Una sorta di oriente non troppo estremo. E non mi riferisco alla lontananza, ma alla differenza con la nostra vita.

Ho conosciuto alcuni ragazzi italiani (ed è inevitabile, sono ovunque gli italiani!) e con loro mi diverto soprattutto passando il tempo al FuXing Park, osservando degli anziani che sono sempre pronti a sfoderare qualche balletto di opere cinesi. Ma rimango estasiato quando, dopo aver convinto due amici coreani ad aggregarsi, arrivo in Thailandia. Con Lee e Ji-Hye, girovaghiamo per Bangkok, e rimaniamo fulminati dai colori che si trovano a Chinatown o a Soi Cowboy. Passiamo delle armoniose serate, conoscendo turisti da tutto il mondo che come noi se la stanno spassando.

Ciò che si vede al sud della Thailandia invece, nella provincia di Phuket, è sopra ogni concezione umana. Ci sono alcuni paesaggi, alcune spiagge, che possono essere descritte, ma non rendono l’idea di ciò che ti trasmettono. Trovarsi lì e godere della loro bellezza è un vero miracolo. La mia preferita è Laem Singh Beach, centellinare coktail nelle “baracche” costruite in riva al mare ti fanno dimenticare anche il tuo vero nome. Ci dilettiamo in immersioni, nuotate e con la mia pallina corriamo ovunque. Sembriamo bambini che escono di casa a giocare per la prima volta! Infine, l’Indonesia. Un ammasso di isole che contiene una ampia varietà di paesaggi. E che mi affascina. Jakarta, la capitale, è piena di spazi aperti e verdeggianti. Se ne approfitta per riposarsi e rilassarsi. Girando per fare shopping, inizio a parlare con la gente, anche solo per chiedere cose banali. Cosa mangiano di solito, dove vanno e che cosa fanno quando escono.

Ciò mi gratifica, amo parlare del più e del meno con gente così diversa da me. Amplio la mia cultura. Non può mancare una visita a Bali, seppur i posti troppo turistici non mi attirino molto. Preferisco scoprire luoghi sconosciuti alle riviste turistiche e persino ai locali. Ma sono qui, e non me ne pento affatto. Ci sono paesaggi naturali strabilianti, spiagge contornate da tanto verde, e costruzioni tipiche indonesiane che affiorano ovunque. E mi innamoro del kopi Bali, il caffè con aggiunta di zucchero di palma. Non posso smettere di berlo. Per concludere, un po’ di trekking nel Parco Nazionale del Monte Halimun Salak, che si rivela poi una vera e proprio avventura carica di adrenalina, con ponti cedevoli e sentieri rovinosi. Ma non mancano tratti più agevoli e tranquilli, i quali mi fanno immergere in una profonda meditazione che conclude il mio straordinario viaggio.


Che bel posto il mondo! Quando l’uomo si trasferirà in altri pianeti, consiglierò comunque di farsi un bel giro intorno al mondo. Riesci a sentire una moltitudine di emozioni, e talvolta anche tutte insieme. Ti senti frastornato per quante cose provi contemporaneamente. È così che starò per sempre: col sorriso sulle labbra. Perché, piuttosto che vivere nel mondo, ho scoperto che significa vivere IL mondo!

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