Storia della Cambogia

Storia

Le prime tracce di insediamenti umani in Cambogia risalgono al primo millennio AC; le popolazioni di questo periodo vivevano su palafitte e si nutrivano soprattutto di pesce e riso. La prima civiltà fiorente, quella di Funam, sorse però sul delta del Mekong solo verso il 300 d.C. Era un regno che viveva con il commercio, in quanto si trovava lungo la via della seta nel periodo in cui si svilupparono i traffici commerciali tra Asia e Medio Oriente. In questo stesso periodo furono importate nel paese le tradizioni religiose indiane: prima il culto di Shiva e Vishnu e successivamente il Buddismo. Negli anni 500-700 d.C. nell’entroterra, vicino alla confluenza del Mekong con il Sap, sorse un altro stato, chiamato Chenla dai cinesi. Esso comprendeva ampi territori, corrispondenti agli attuali stati della Cambogia, del Vietnam, del Laos, e della Thailandia. L’età dell’oro della civiltà Khmer, corrisponde tuttavia al periodo che va dal IX al XIII secolo, in cui il regno di Kambuja, da cui il nome di Kampuchea o Cambogia, governava su territori ancora più vasti (la sua capitale era ad Angkor, nella parte occidentale del Paese). Sotto Jayavarman VII (1181-1218), questo regno raggiunse il suo zenit politico e culturale raggiungendo il suo massimo splendore. Il vastissimo complesso archeologico di Angkor Wat, presente sulla bandiera nazionale, è oggi la più grande testimonianza dell’antico splendore di tale civiltà. Poco noto, rappresenta la seconda area archeologica al mondo per estensione dopo quella di Giza in Egitto e costituisce praticamente l’intero patrimonio artistico nazionale. Come in ogni ciclo storico che si rispetti però, giunse anche per il regno di Kambuja l’era del declino. Importanti fattori che contribuirono alla sua decadenza furono l’aggressività dei popoli vicini (specialmente i Siamesi), le lotte croniche per la successione al trono e il graduale deterioramento dei sistemi di irrigazione che avevano reso possibile per anni la necessaria produzione di riso. La monarchia di Angkor sopravvisse sino al 1431, quando i Thai occuparono Angkor Thom e il re cambogiano fuggì nella parte meridionale del Paese.
Dal quindicesimo al diciannovesimo secolo proseguì il periodo di declino, con una continua perdita di territori. Un breve periodo di prosperità ci fu durante il sedicesimo secolo poiché fu favorito il commercio con altre parti dell’Asia. In questo periodo, per la prima volta, arrivarono gli avventurieri e i missionari portoghesi e spagnoli. La conquista da parte dei Thai della nuova capitale Lovek nel 1594 segnò però un nuovo calo nelle fortune del Paese e la Cambogia divenne una pedina nelle mani dei suoi belligeranti vicini, il Vietnam e il Siam, che se ne contendevano il governo. Perse così alcuni dei suoi più ricchi territori e l’accesso al mare. Queste invasioni continuarono anche nella prima metà del diciannovesimo da parte del Vietnam e provocarono una continua ostilità tra i due popoli, che sfociò poi in violenti confronti dopo che i Khmer Rossi assunsero il potere. A metà del XIX sec., in pieno colonialismo, i francesi sbarcarono a Saigon e costrinsero il re Norodom a firmare un trattato che rendeva la Cambogia un protettorato francese. Fu proprio grazie alla presenza francese però, che venne tutelata l’esistenza stessa di uno Stato cambogiano e vennero ridefiniti i confini con il Vietnam e la Thailandia: al primo fu riconosciuto il controllo sul delta del Mekong mentre la seconda fu costretta a cedere alcune province. La “crociata monarchica per l’indipendenza” di Re Sihanouk, che era stato scelto dai Francesi per succedere al trono cambogiano, portò, nel 1953, all’indipendenza dalla Francia. Per giocare un ruolo più attivo nella politica nazionale, Sihanouk abdicò nel 1955 e lasciò il trono a suo padre, Norodom Suramarit. Ora, divenuto soltanto un principe Sihanouk, organizzò il suo proprio movimento politico, la Comunità Socialista Popolare (Sangkum), che dominò la scena politica fino a fine anni sessanta. Nonostante i suoi vecchi interessi da conservatore, Sihanouk incluse le sinistre nel suo governo. Nelle relazioni con l’estero, Sihanouk seguì una politica di neutralità. I principali obiettivi della sua politica furono quelli di preservare l’indipendenza della Cambogia e di tenere fuori il Paese dal conflitto del Vietnam, che andava assumendo dimensioni sempre più spaventose. Alla fine degli anni sessanta però, sia la situazione interna che le relazioni con l’estero si erano deteriorate. Nel marzo del 1970 il suo governo fu rovesciato dal generale Lon Nol e da altri leader dell’ala destra, che sette mesi più tardi abolirono la monarchia ed istituirono la Repubblica dei Khmer. La Repubblica dei Khmer dovette affrontare non solo i Nord Vietnamiti e i Viet Cong ma anche un forte e crescente movimento comunista che crebbe in modo sempre più letale con il passare del tempo. I comunisti cambogiani, che Sihanouk aveva contrassegnato come Khmer rossi, fondarono il Partito Rivoluzionario dei Cambogiani (KPRP). A capo di questo partito vi erano un gruppo di intellettuali comunisti cresciuti nel clima culturale di Parigi. I più importanti erano Saloth Sar (noto come Pol Pot dopo il 1976), Khieu Samphan, e Ieng Sary. Dopo il colpo di stato del 1970 che aveva fatto cadere il principe Sihanouk, i Khmer rossi formarono un fronte unitario con il leader spodestato, che aveva ancora una forte influenza sui suoi cittadini. Guidati da Pol Pot, che instaurò una vera e propria dittatura, i Khmer rossi cercarono da subito di attuare di un programma di restaurazione radicale della Cambogia, per trasformarla in una cooperativa agraria maoista. Il calendario fu resettato all’“Anno Zero”, fu abolita la moneta e fu sospeso il servizio postale; tutti i contatti con il mondo esterno furono tagliati e l’intera popolazione di Phnom Penh e delle altre città venne fatta trasferire nelle aree rurali, per lavorare nei campi. Nei 4 anni successivi, si assistette a deportazioni di massa e si stima che più di un milione e mezzo di persone persero la vita, tra cui la maggior parte degli intellettuali e dei lavoratori qualificati. Anche dopo la deposizione dei Khmer rossi da parte dei vietnamiti nel 1878-9, seguirono ulteriori 10 anni di guerre civili, che prolungarono la rovinosa situazione sociale, economica ed infrastrutturale del Paese. Nel 1989 le forze vietnamite si ritirarono dal Paese e, con il Trattato di Pace di Parigi del 1991, fu istituito lo Stato delle Cambogia. Nel 1993 ebbero luogo le elezioni nazionali, che restaurarono la monarchia, ponendo il re Norodom Sihanouk a capo dello Stato, 4 decenni dopo la sua abdicazione. Nel 1999 la Cambogia è diventata membro dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) e nel 2004 è entrata a far parte del World Trade Organisation. Sempre nel 2004, il re Norodom Sihanouk ha abdicato a favore del figlio Norodom Sihamoni. Il nuovo re è largamente riconosciuto come una personalità apolitica e sembra intenzionato a proseguire il cammino del Paese verso l’unità e la pace.

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