Cosa vedere in India

Delhi
New Delhi è la capitale dell’India: insieme a Old Delhi forma Delhi, un enorme agglomerato che con 1483 kmq di superficie e più di 11 milioni di abitanti, costituisce una delle città più popolose della terra. Il suo creatore, Edwin Lutyens, si ispirò alla struttura urbanistica della città di Parigi progettando quindi larghi viali e piazze dove si affacciavano palazzi insigni. Ancora adesso vi è una profonda differenza tra la parte nuova e quella vecchia di Delhi, la prima in stile europeo ricca di spazi verdi, la seconda invece un agglomerato urbano caotico e disordinato. Delhi offre una vastità impressionante di cose da vedere. Cuore pulsante della città nuova è Connaught Palace, un’immensa piazza circolare dove si trovano quasi tutti i servizi utili al turista. Percorrendo il Rajpath (il “Viale dei Re”, un immenso viale alberato che va da est a ovest, il quale durante la festa della Repubblica, il 26 gennaio, accoglie le grandiose parate militari) verso ovest, si incontrano gli imponenti palazzi governativi costruiti durante il dominio inglese. Perpendicolarmente al Rajpath si colloca il Janpath, il “Viale del Popolo”.
A sud del Rajpath, l’Auribondo Marg conduce al complesso monumentale del Qutb Minar, sorto vicino alle rovine più antiche della città, Qila Rai Pithora, la prima delle cosiddette “sette Delhi”. A nord-est di Connaught, invece, si trova la “settima” Delhi, chiamata Shajahanabad, la città di Shah Jahan, dal nome dell’imperatore moghul che la fece costruire nel XVII secolo. Fulcro principale della Vecchia Delhi è la congestionata Chandni Chowk, da cui si diramano molteplici strade secondarie, sede delle più diparate attività mercantili. A sud di Chandni Chowk si trova la più grande moschea dell’India, la Jami Masjid. Sempre in direzione sud, lungo la riva destra della Yamuna, sorgono importanti complessi monumentali: la “quinta” e la “sesta” Delhi, e ancora più a sud, il mausoleo dell’imperatore Humayun e quello del santo sufi Nizamuddin Auilya. Sono poche le capitali che possono vantare oltre 1500 monumenti storici e tanti parchi e giardini come Delhi.

Jaipur
Nota anche come la Città Rosa (i rajput consideravano il rosa il colore dell’ospitalità) è una delle città più affascinanti dell’India del Nord. Le decorazioni dei suoi palazzi sono veri e propri merletti in pietra, mentre lo stile dei suoi edifici rappresenta un felice sincretismo tra elementi architettonici rajasthani e quelli propriamente Moghul. Questa splendida città fu costruita nel 1728 dall’astronomo-guerriero Maharaja Jai Singh. È nel 1883, in occasione della visita del principe Alberto che gli edifici furono dipinti di rosa in suo onore. Oggi Jaipur è una città ricca di ampi viali, caratterizzata da un’estrema armonia architettonica, costruita sul fondo di un lago prosciugato e circondata da colline spoglie. È una città decisamente variegata che offre sensazioni destinate a rimanere a lungo impresse nel cuore del visitatore. Assolutamente imperdibile è l’Hawa Mahal o “Palazzo dei Venti”, costruito con la “pietra del deserto” che sorge su una delle principali strade della città, in realtà non si tratta di un palazzo ma di una straordinaria facciata dotata di ben 953 finestre che venivano usate dalle signore per osservare il mondo esterno, elaborato e fantasioso ma nello stesso tempo limpido esempio d’arte orientale.

Agra
Fondata nel 1501 conobbe il periodo di massimo sviluppo e splendore sotto l’imperatore Akbar e i suoi successori che la abbellirono di mausolei, forti e moschee. La parte più antica conserva ancora a tratti il suo aspetto medievale con stradine strette ed affollate ai cui lati si aprono numerosi e pittoreschi negozietti. Le basse casette a un piano di mattoni imbiancati costituiscono il tessuto abitativo essenziale. Ad Agra si trova il Taj Mahal, una delle sette meraviglie al mondo che sorge nel mezzo di un lussureggiante giardino. La sua bellezza trascende ogni descrizione. Fatto costruire dall’Imperatore Moghul Shahjehan nel 1631 in memoria della moglie Mumtaz Mahal, morta durante il parto del 14° figlio dopo 17 anni di matrimonio.

Per erigere il monumento furono raccolte pietre preziose di ogni tipo, perle, coralli e furono chiamati da tutto il reame 20.000 tra i migliori artigiani, che impiegarono 22 anni per completare questo capolavoro. L’altra principale attrattiva della città è l’imponente Forte Agra in arenaria rossa, in riva al Fiume Yamuna. Le colossali doppie mura del forte auricolare si innalzano per oltre 20 m d’altezza e misurano 2,5 km di circonferenza. Sono circondate da un fetido fossato e all’interno vi si trova un labirinto di superbi saloni, moschee, camere e giardini che formano una piccola città nella città. Inoltre da non perdere la visita dei resti dell’antica città, Sikandra, voluta dal sovrano afgano Sikander Lodi. Sul luogo fu costruito l’imponente monumento funerario dell’imperatore Akbar, circondato da un giardino di 75 ettari, in stile indo-islamico, eretto secondo tratti distintivi che intendevano simboleggiare le convinzioni di tolleranza religiosa di questo grande sovrano.

Varanasi
Varanasi, la città più orientale dell’Uttar Pradesh, detta anche la “città eterna”, trae il suo nome da due affluenti del Gange, il Varuna a nord e il minuscolo Asi a sud, tra i quali si stende il centro storico della città. Costruita sulle sponde del sacro Gange, considerata la città indù per eccellenza, attira in qualunque periodo dell’anno migliaia di pellegrini, convinti che le acque del sacro fiume purifichino anche dal più grave dei peccati. Varanasi ha oltre 100 ghat dove ci si bagna e si procede alle cremazioni; il più sacro è il Ghat di Manikarnika, uno dei luoghi più fausti in cui un hindu può essere cremato. Le salme vengono preparate da fuoricasta detti ‘chandal’ e trasportate lungo i vicoli della città vecchia fino al sacro Gange su una lettiga di bambù avvolte da una tela. Circondata dai fertili terreni alluvionali della piana gangetica, Varanasi è centro di commercio agricolo, ma soprattutto fin dall’antichità è rinomata per la sua industria tessile, in particolare per la produzione di preziosi sari in seta, ma anche di tessuti in cotone e tappeti che vengono esportati in tutto il mondo. Varanasi è considerata la più antica città vivente del mondo essendo abitata da 4000 anni.

Fatehpur Sikri
La splendida Fatehpur Sikri fu per un breve periodo (tra il 1571 e il 1585) la capitale dell’impero Moghul, sotto Akbar il Grande. Nota anche come la “città fantasma”, si innalza su una collinetta di arenaria soggetta a forti carenze d’acqua, per cui venne abbandonata poco dopo la morte dell’imperatore. Fatehpur Sikri è certamente uno dei complessi archeologici meglio conservati rappresentativi dell’arte Moghul, forse l’esempio architettonico più eloquente del sincretismo tra mondo persiano e mondo indiano che Akbar cercò perfino nella religione. I suoi edifici rappresentano una sintesi unica di motivi e metodi di lavorazione indiani posti al servizio di questo grande, illuminato e liberale monarca musulmano. I tetti della città che si sviluppano su più piani, sormontati da strutture di arenaria, assomigliano ai palazzi del Rajasthan, mentre i suoi portici colonnati ricordano i templi indù.
Orchha
Il trascorrere del tempo è stato clemente in questa città medioevale, capitale dei raja di Bundela dal XVI secolo fino al 1783. I palazzi e templi costruiti dai suoi governanti Bundela nei secoli XVI e XVII conservano gran parte della loro perfezione originaria. Interessante la visita del Raj Mahal, dove Rama, Krishna e la famiglia reale di Orchha sono raffigurati sulle pareti e sui soffitti mentre combattono, cacciano e danzano. Da qui si può raggiungere il Jahangir Mahal un padiglione in un giardino moghul che viene ritenuto uno spettacolare esempio dell’architettura Hindu. La città offre anche l’occasione di godersi la campagna circostante, con escursioni a piedi o in bicicletta, nuotate e discese in gommone.

Khajuraho
Il nome di Khajuraho deriva dalla parola hindi khajur che significa palma da datteri. Nonostante sia solo un villaggio situato nello stato centro-settentrionale del Madhya Pradesh, Khajuraho è una delle mete turistiche più popolari del paese, città unica e irripetibile nel campo dell’architettura religiosa indiana, offre il più grande numero di templi medievali induisti e giainisti dell’India, fatto che ha portato l’UNESCO nel 1986 ad inserire il villaggio nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità. Alcuni di questi templi, recano sculture erotiche che si rifanno al tantrismo, dottrina iniziatica -esoterica per la quale il “Nirvana” è raggiungibile attraverso il controllo del piacere fisico oltre che con la disciplina spirituale e meditativa. Nel periodo tra febbraio e marzo il gruppo di templi occidentali diventa teatro per un’intera settimana del Festival of Dance, occasione in cui i migliori ballerini classici indiani si esibiscono in mezzo ai templi illuminati.

India Centrale:

Mumbai (Bombay)
Mumbai, situata in una splendida baia naturale, era una volta formata da un gruppo di sette isole che i suoi abitanti, i pescatori Koli, chiamarono “Mumbai”, dal nome della loro dea, Madre Mumba. Portata in dote dalla principessa portoghese Caterina di Braganza al marito Carlo II d’Inghilterra, Mumbai rimase sotto il dominio coloniale Britannico dal 1665 fino al 1947. Nell’arco di 250 anni questa città si è trasformata da un misero gruppetto di isole in una città grandiosa: grazie alle sue recenti costruzioni, Mumbai viene talvolta chiamata la “Mini Manhattan” dell’India.

Capitale dello stato del Maharashtra, con una popolazione stimata di 13,66 milioni di abitanti è la città non capitale di stato più popolosa al mondo. Questa città è caratterizzata da uno straordinario connubio dei più stravaganti aspetti che si possono trovare in una metropoli; camminando per le vie si trovano lavoratori instancabili e eterni sognatori, attori e malavitosi, cani randagi e uccelli esotici, pescatori e milionari, passando dalle famigerate gabbie del quartiere a luci rosse, ai bassifondi più grandi dell’Asia, fino alle immense proprietà dei potenti signori mafiosi. Tutto ciò sullo sfondo di un paesaggio vittoriano che ricorda una prospera città industriale inglese del XIX secolo. La città possiede un suo ritmo che non è percepibile immediatamente, infatti, è necessario un po’ di tempo per imparare a conoscere ed apprezzare la persuasiva melodia di Mumbai e le sue uniche armonie fatte di eccessi e sobrietà.

Bhubaneswar
Bhubaneswar con circa 647.300 abitanti è capitale nello stato federale dell’Orissa. Nelle zone più esterne, è una città costituita da ampi viali, zone verdi e opere d’arte pubblica che rispecchiano il patrimonio storico – artistico di questo centro spirituale. Oltre a costituire di per sé una destinazione di grande interesse per le centinaia di templi in diverso stato di conservazione che si ergono in città, risalenti al periodo che va dal sesto al tredicesimo secolo, e comprendono il maestoso Lingaraj, nonché diversi altri santuari situati lungo le strade, è un ottimo punto di partenza per recarsi a visitare altre parti della regione. Questa regione, infatti, dispone di un patrimonio architettonico senza eguali, di splendidi parchi nazionali e di riserve faunistiche molto suggestive.


Aurangabad

Rimasta in disparte per buona parte della tumultuosa storia dell’India medievale, Aurangabad deve il suo momento di gloria e il suo nome all’Imperatore Mogol Aurangzeb, l’ultimo dei sei Grandi Mogol. Egli stabilì qui la sua capitale, dove, per cercare di superare il Taj Mahal costruito da suo padre, Shah Jehan, per la sua Imperatrice, eresse una tornba chiamata «Bibi Ka Maqbara» in memoria di sua moglie. La principale attrattiva è costituita dalla possibilità di visitare le Grotte di Ellora, dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, con templi, meravigliosi cortili, monasteri e cappelle scolpiti nella roccia, tra i quali il magnifico Kailasa, a metà tra una grotta ed un monumento religioso scavato in una montagna che testimonia il periodo di rinascita dell’induismo avvenuta sotto le dinastie dei Chalukya e dei Rashtrakuta. Famoso inoltre per le magnifiche decorazioni e bassorilievi. Tra le 34 grotte, 17 sono indù (900 d.C.), 12 buddiste (600 – 800 d.C.) e 5 giainiste (800 – 1000 d.C.).

Kolkata (Calcutta)
Kolkata deve la sua origine all’avamposto commerciale fondato da Job Charnock nell’agosto del 1690 per conto della compagnia inglese delle Indie Orientali. Dall’unione di tre villaggi di Sutanati, Govindapur e Kalikata, sulle rive del fiume Hooghly, si sarebbe formata una delle città più popolate al mondo. Kolkata deve l’origine del proprio nome al villaggio di Kalikata che a sua volta deve il suo nome alla dea Kali. La permanenza di Job Charnock in questi luoghi non era del tutto casuale. Infatti, 50 anni prima della fondazione di Kolkata, l’imperatore moghol Shah Jehan per ringraziare il suo medico-chirurgo inglese Gabriel Boughton che l’aveva completamente guarito, gli concesse il libero scambio commerciale tra Bengala e Inghilterra. Nel corso degli anni Kolkata si sviluppò cosi tanto da divenire la città più importante all’est di Suez e la seconda città dell’Impero Britannico. Oggi Kolkata è la capitale del Bengala Occidentale; rinomata a causa della sua orribile storia di squallore urbano e fame, evoca nella maggior parte degli occidentali immagini di sofferenza umana; nonostante ciò, i bengalesi rifiutano decisamente questa visione e la definiscono “Città della Gioia”. Kolkata è considerata dagli indiani come la loro capitale intellettuale; una città di arte d’avanguardia, di poeti, scrittori e registi di fama mondiale, patria del grande poeta e Premio Nobel Tagore, se le si concede anche soltanto mezza opportunità si rivela una delle città più affascinanti e piacevoli del Paese. Sotto molti aspetti più accogliente delle altre metropoli indiane, è decisamente una città da vivere e non soltanto da visitare. Kolkata in quanto ex capitale dell’India, a tutt’oggi conserva una gran quantità di edifici d’epoca coloniale, molti dei quali, belli e fatiscenti, rappresentano un soggetto ideale per scattare foto.

Sanchi
A Sanchi si trovano alcune delle strutture buddiste più antiche dell’India, come Stupa, Templi e monasteri risalenti al III sec. A.C. Nel 262 a.C. l’imperatore maurya Ashoka in segno di penitenza per gli orrori inflitti in passato, si convertì al buddhismo e fece costruire una tra le più belle opere realizzate in India: il Grande Stupa, circondato da una cinta di mura, lungo la quale si aprono quattro magnifici ingressi scolpiti. Fu il primo monumento buddhista della regione, al quale seguirono molte altre strutture religiose. Il buddhismo venne poi gradualmente riassorbito dalla cultura hindu; il sito cadde in decadenza e venne abbandonato, fino a quando, nel 1818, un ufficiale inglese lo riesumò e ne riscoprì i tesori. Questo villaggio a 46 km a nord-est di Bhopal oltre ad essere un posto tranquillo e rilassante dove trascorrere la notte, è un ottimo punto di partenza per visitare le numerose località circostanti.

Udayagiri
Udayagiri è un sito archeologico buddista a circa 100 km da Bhubaneshwar. Il suo nome significa “Colline del sorgere del Sole”, ed è composto da 18 grotte, alcune naturali ma in gran parte scavate nella roccia rossa. Sulle pareti di queste grotte sono scolpite bassorilievi di raffinata fattura. La quinta grotta vanta la scultura più affascinante, una straordinaria immagine di Vishnu rappresentato nell’incarnazione del cinghiale, sovrastata da un fregio in cui sono ritratte le divinità. All’interno delle grotte si trovano 20 santuari risalenti al periodo gupta, ovvero al regno di Chandragupta (382-401). I templi sono in prevalenza hindu e solo due gianisti, datati dal 320 al 600 A.C, purtroppo chiusi a causa dei soffitti poco sicuri.

Bhopal
Conosciuta anche con il soprannome di “Città dei 7 laghi” è una città dell’India centrale di 1.433.875 abitanti, capoluogo del Madhya Pradesh. Purtroppo tristemente nota anche a causa del “disastro di Bophal”, uno dei più gravi disastri ambientali di tutti i tempi che provocò diverse migliaia di morti. Suddivisa al centro da due laghi, offre due paesaggi decisamente contrastanti; a nord si estende la città vecchia a maggioranza musulmana, un affascinante insieme di moschee e affollati bazar. A sud dei laghi, invece, si sviluppa la città più moderna, con strade ampie, alberghi, ristoranti di prima classe e centri commerciali sparsi sulle colline Arera e Shamla. Da visitare, il Taj- Ul- Masjid, la moschea fatta costruire dalla sovrana di Bhopal, Shah Jahan Begum, con una cinta muraria color terracotta, sormontata da splendide cupole bianche. Alla morte della sovrana nel 1901, la moschea non era stata ancora terminata e rimase incompiuta perché i fondi vennero in gran parte destinati ad altri progetti; i lavori ripresero solamente settant’anni più tardi. Una piccola avvertenza: guardatevi dai borsaioli che si aggirano intorno alla stazione ferroviaria e alle stazioni degli autobus.

Ujjain
La città, situata a 188 km di distanza da Bhopal alterna due facciate: una che salta subito all’occhio in continua fermentazione e perennemente caotica, l’altra, più nascosta, invece, presenta un volto religioso e antico. Uijain ha antichissime origini, in passato era utilizzata come base per gli studi riguardanti l’astrologia, astronomia e geografia; da qui passa il Tropico del Cancro. Da vedere l’osservatorio, una sorta di Greenwich indiana molto semplice e modesta, tra gli strumenti esposti vi sono due meridiane dalla sommità in marmo, l’una di tipo tradizionale, l’altra costituita da due grandi quadranti suddivisi da un’alta scalinata, la cui ombra indica l’ora. Ujjain è uno dei quattro siti del Kumbh Mela, festività durante la quale (ogni 12 anni) milioni di devoti si immergono nello Shipra River.

Mandu
Mandu, per la sua posizione strategica, fu un’importante città per gli sviluppi della storia indiana. Un tempo conosciuta come la Città della Gioia, è situata su un verde altopiano ricoperto da una rada foresta. Con i suoi splendidi edifici in stile afghano, tra i più belli di tutta l’India, è famosa per le vicende amorose del Re Baz Bahadur e della sua consorte Rani Roopmati. La zona è disseminata di palazzi, tombe, monumenti e moschee. Da visitare l’Ashrafi Mahal, costruito originariamente come sede di una scuola coranica con colonne islamiche decorate nei minimi particolari, l’Hindola Mahal o Palazzo oscillante, per via delle sue pareti inclinate verso l’interno che danno l’idea di instabilità e ondeggiamento, creando una stupefacente impressione e la tomba di Hoshang, l’edificio di marmo più antico dell’India, all’interno del quale la luce filtra nella cupola attraverso jali in pietra, concepiti in modo da avvolgere le tombe di una luce appropriatamente soffusa.

Indore
Indore è una città di 1.597.441 abitanti del Madhya Pradesh di cui costituisce il maggior centro urbano e il fulcro della vita economica e commerciale. La dinastia degli Holkar ha edificato tra il 1886 e il 1921 il Lal Bagh Palace, i cui cancelli, copie di quelli di Buckingham Palace, immettono in un parco di 28 ettari dove campeggia una statua della regina Vittoria. Il palazzo è caratterizzato da una mescolanza di stili europei con sale da pranzo barocche e rococò. Il Central Museum un altro edificio costruito dagli Holkar presenta una delle più pregevoli collezioni di sculture hindu medievali e pre-medievali di tutto il Madhya Pradesh. Tuttavia questa città viene utilizzata soprattutto come punto di accesso a Omkareshwar, Maheshwar o Mandu.

India del Sud:

Panaji
A Panaji (detta anche Panjim), capoluogo del piccolo stato di Goa, vivono circa 58.780 persone. Le tracce ancora vive del colonialismo europeo e la massiccia presenza cattolica conferiscono a Panaji dei tratti decisamente più occidentali rispetto al resto dell’India. Piccola, pulita, accogliente e facile da esplorare è la meta ideale per trascorrere qualche giorno in assoluto relax nelle sue spiagge dorate bagnate da acque cristalline. Tutti questi aspetti mescolati con l’incredibile accoglienza degli abitanti del luogo, una buona cucina e un’architettura dall’evidente influenza portoghese, creano un mix esplosivo che spinge ogni anno oltre 2 milioni di turisti a visitare questo splendido stato e il suo capoluogo.

Badami
Passeggiando per le strade di questa piccola città (circa 26.000 abitanti) rimane difficile credere che un tempo sia stata la capitale del potente impero chalukya. Le basse case bianche incastonate tra le due colline costituiscono un piacevole contrasto con l’arenaria rossa e il colore verde azzurro del laghetto artificiale. Il motivo principale per visitare Badami è costituito dal gruppo di templi rupestri che circondano il villaggio. È possibile visitare le quattro grotte templari, le più importanti grotte del Deccan, scavate nelle rupi esposte a sud. Al periodo dei primi Chalukaya ( VI secolo ) appartengono i tre templi di Shivalaya che si trovano sulla collina a nord del Forte e il tempio di Bhutanatha (VII- XI secolo) al lato estremo del laghetto. Qui si possono ammirare le superbe sculture attorniate da colonne, capitelli e soffitti finemente decorati da figure, foglie, gioielli e ghirlande. Qui si trovano le pareti rocciose più impegnative del Karnataka. Le vie di roccia sia tradizionali sia chiodate e l’anfiteatro roccioso rappresentano il sogno di ogni appassionato di arrampicata.

Pattadakal
Pattadakal sorge sulle rive del fiume Malprabha e si trova ad appena 20 km da Badami. Questa città deve gran parte della sua celebrità al gruppo di templi dichiarati dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. Il sito, ricco di templi dell’VIII secolo, è caratterizzato da svariati stili architettonici e raggiunge l’apice con l’architettura del tardo periodo Chalukya. Il magnifico complesso di Pattadakal è visibile dalla strada e gli edifici sacri di un bel giallo ocra dorato sono una calamita per gli occhi; I templi sono bellissimi con delle sculture di grande bellezza e mille dettagli in cui perdersi, figure mitologiche e divinità che popolano le pareti i soffitti e i mille pilastri che adornano i diversi edifici, dove il protagonista però è sempre Shiva e la sua raffigurazione più potente: il lingam. Straordinario il tempio di Virupaksha dove ancora i fedeli hindu adorano il Dio e un brahmin sorveglia l’ingresso al Sancta Sanctorum dove l’immagine della divinità è adornata da ghirlande di fiori.

Aihole
Aihole vanta almeno un centinaio di templi, nonostante molti siano in rovina e scomparsi tra le case della città moderna. Partendo dalle semplicissime strutture dei primi luoghi di culto, arrivando ai più complessi edifici, è possibile cogliere lo sviluppo dell’arte hindu. Il Durga Temple è sicuramente la struttura più appassionante, costruito nel VII secolo presenta delle sculture in pietra molto particolari. Interessante è anche la visita dei templi Hucchayyamatha e Hucchhimalli, splendidi esempi di arte induista e giainista. Aihole si trova a circa 40 km da Badami.

Hampi
Hampi fu la capitale dell’impero medioevale Hindu di Vijayanagara (Città della Vittoria).
Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, è una località molto frequentata dai turisti, dove è possibile trascorrere ore e ore a curiosare tra rovine che sembrano raccontare la storia di questo popolo. In questo luogo sorgeva la capitale dell’antico impero Vijayanagr. Il sito si trova nei dintorni di Hospet a circa 14 km dal lago artificiale di Tungabhadra; l’impero di Vijayanagar costituiva un valido baluardo che si oppose all’invasione musulmana dell‘India del Sud. Fin dalla sua nascita diede un vigoroso impulso alle tradizioni artistiche tramandate dagli ultimi Chalukaya, dai Kakatya e dagli Hoysala, riassumendo l’arte del passato ed arricchendola di elementi originali, riproponendola in seguito anche ad altre città, dove la dinastia si trasferì dopo la distruzione avvenuta nel 1565. La grandezza di Hampi si manifesta nei giganteschi blocchi di granito che sembrano in equilibrio precario su chilometri e chilometri di terreno in lieve pendenza e nel genio della sua architettura templare.

Lepakshi
Un viaggio a Lepakshi è rivitalizzante per tutti coloro che amano la cultura, per tutti coloro che vogliono ammirare l’arte dei nostri antenati e per coloro che sono disposti ad uscire dalla solita routine degli itinerari turistici. Questa città costituisce un importante sito storico e archeologico situato nello stato indiano dell’Andhra Pradesh, nel distretto di Anantapur, a circa 125 km a nord di Bangalore. Accanto all’impressionante monolitico toro Nandi, raffigurante la mitica cavalcatura di Shiva e bardato con ghirlande e campanelle, si ammira il tempio di Virabhadra, importante esempio dello stile architettonico di Vijaynagara con splendide sculture e affreschi dai vividi colori i cui volti e costumi ci rendono partecipi di antiche cerimonie.

Bengaluru (Bangalore)
Nel XVIII secolo era una città fortezza governata da Hyder Ali e da suo figlio Tipu Sultan Conosciuta anche con il nome di «Città giardino» per i suoi numerosi parchi e viali alberati, Bengaluru con circa 4.292.220 abitanti è la capitale e la città più grande dello stato federato del Karnataka. Situata in una posizione strategica nell’estremità meridionale del Deccan e a breve distanza dal Kerala e dal Tamil Nadu, costituisce un ottimo punto di partenza per visitare l’India del Sud. Questa città, considerata la patria di tutte le principali società di software indiano sta subendo in questi anni uno sconsiderato sviluppo urbano, riscontrabile nell’affollamento degli edifici, negli altissimi tassi di inquinamento e nel traffico perennemente congestionato. Il clima è molto confortevole, nei mesi più freddi, Gennaio in primis, la temperatura non scende mai sotto i 15°.

Kovalam
Quello che un tempo era un tranquillo villaggio di pescatori, oggi è considerato il paradiso dell’India del Sud. Un’oasi di pace e tranquillità capace di soddisfare ogni desiderio e ogni occasione offrendo un’eccellente diversità di spiagge e un esemplare servizio per i trattamenti ayurvedici. Oltre ai bagni di sole e al surf, Kovalam offre anche la possibilità di divertirsi con altre attività di mare: i pescatori del posto, infatti, organizzano deliziose gite in barca sia al tramonto che all’alba. Qua la stagione turistica inizia verso la fine di settembre e termina verso la fine di marzo e il picco nell’alta stagione viene raggiunto fra la metà di dicembre e la metà di gennaio. Nei mesi invernali, la temperatura media è di 30-32, mentre la temperatura estiva è di 30-35 gradi. Kovalam è stato tra i luoghi di maggior interesse per i viaggiatori durante il periodo hippy.

Chennai
Capitale del Tamil Naduy stabilì qui sin dal XVII secolo uno dei primi insediamenti indiani. La città a differenza di Bombay e Calcutta non possedeva un porto naturale, ma nonostante ciò, prosperò soprattutto grazie al basso costo del cotone locale. Nel 1640, prima che i Moghul estendessero la propria sfera di influenza fino all’estrema punta dell’India, i britannici negoziarono l’utilizzo di questa città come stazione commerciale. Caratteristica ricorrente nell’architettura della compagnie delle Indie è un particolare tipo di tinta candida, detta chunam, realizzata con calcare e conchiglie che rende i muri quasi accecanti nella forte luce estiva. Nel 1653 la Compagnia britannica delle Indie Orientali costruì il Forte St George, un imponente complesso all’interno del quale si trova il più vecchio edificio inglese ancora intatto in India: la St Mary’s Church. Pur non potendo vantare la ricchezza di Mumbai né la vivacità di Bengaluru, Chennai ha comunque un’atmosfera più accogliente rispetto alla maggior parte delle città di pari grandezza (Chennai conta 6,6 milioni di abitanti!).

Mamallapuram (Mahabalipuram)
Mamallapurum che è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, vanta un’illustre storia, in quanto un tempo fu un importante porto marittimo e la seconda capitale dei re Pallava. Si ritiene che il suo nome derivi da quello del sovrano dei Pallava Narasimhavarman I, detto Mamallan (cioè “grande lottatore”). Questa piccola località (circa 12.000 abitanti) offre ai turisti un’atmosfera magica che scaturisce passeggiando (magari al tramonto) tra templi e sculture. I monumenti storici di Mahabalipuram sono in gran parte monolitici e scolpiti nella pietra e costituiscono il primo stadio dell’architettura dravidica in cui sono visibili elementi prevalentemente buddhisti. Essi sono costituiti da templi scavati nella roccia, rathas monolitici (delle specie di carri), bassorilievi e veri e propri templi, con pilastri di ordine dravidico e sculture che costituiscono un notevole esempio di arte del periodo Pallava.

Kumbakonam
Kumbakonam ad un primo sguardo sembra il classico agglomerato indiano sorto intorno ad un incrocio, invece, ai tempi del Medioevo questa città rappresentava il centro del potere nell’India del Sud. Testimonianza di quel felice periodo sono i numerosi templi disseminati in tutta la città e dedicati per la maggior parte a Shiva o a Vishnu. Tra questi il più grande è il Tempio Sarangapani: il suo sancta sanctorum ha la forma di un carro ed è consacrato a Vishnu; il Kumbeshwara Temple, invece, è il più grande dedicato a Shiva, al suo interno è contenuto un lingam che secondo la leggenda sarebbe stato costruito dallo stesso dio.

Madurai
Fondata sulle rive del fiume Vaigai dai Padya, divenne la loro capitale dal VII al XIII secolo. Madurai rappresenta a fondo lo spirito e la cultura tamil, una delle città più antiche dell’India, una metropoli che aveva legami commerciali con l’antica Roma e le sopravvisse. I turisti, indiani e stranieri, di solito vengono qua per visitare il Tempio di Meenakshi, dedicato alla “dea dagli occhi di pesce” e al suo sposo Sundareshvara. Al suo interno la piscina sacra del loto d’oro. Una leggenda racconta che quando una nuova opera letteraria veniva presentata a corte, veniva immersa in queste acque. Se restava a galla era un capolavoro, in caso contrario un pessimo testo.

Periyar
Periyar è celebre per il wildlife sanctuary, la riserva naturale più famosa dell’India del Sud, il quale occupa 777 kmq. Al suo interno vi è un lago artificiale creato dagli inglesi nel 1895; sulle sue rive si trova una riserva di caccia in cui vivono diverse specie di animali selvatici, come tigri, elefanti, bisonti e scimmie. La visita di questo parco, molto caratteristica e gradevole, rischia di essere rovinata dalle numerose e chiassose folle di turisti.

Kochi (Cochin)
Questa città che sorge su svariate isolette dove il mare si congiunge con il Lago Vembanad, è la testimonianza del passato coloniale dell’India; in nessun’altra parte potrete trovare una simile mescolanza di culture. Occupata dai Portoghesi nel 1503, fu il primo centro colonizzato dagli Europei nel subcontinente indiano. Kochi divenne la capitale dell’India Portoghese fino al 1530, quando questo titolo fu trasferito a Goa. In seguito, la città cadde prima sotto il controllo degli Olandesi, poi sotto il regno di Mysore, infine sotto l’egemonia britannica. Nel quartiere Mattanacherry si vedono ancora i magazzini delle spezie dell’epoca. Questa zona, infatti, ha preservato il suo carattere antico, poiché lo sviluppo si è concentrato a Ernakulam, sulla terraferma. Oggi il fulcro economico della città è rappresentato dal porto commerciale da cui parte la straordinaria produzione del paese: gomma, cocco, banane, zenzero e anacardi. Una curiosa particolarità sono le Reti da pesca cinesi, situate a pelo d’acqua, sono comandate da un complesso sistema di pesi e carrucole.

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