Cultura e popolazione delle Fillippine

Popolazione

Con una popolazione stimata di circa 85.000.000 di abitanti nel 2005, le Filippine sono il dodicesimo stato al mondo. Due terzi degli abitanti complessivi vive nell’isola di Luzon e l’area metropolitana di Manila con più di 11 milioni di abitanti è l’undicesima al mondo. L’aspettativa di vita è di 69,91 anni: 72,28 per le donne e 66,44 per gli uomini. Il tasso di crescita dell’ultimo secolo è tra i più alti di tutto il sud-est asiatico e oggi si attesta all’1,76% con 24,48 nati per 1.000 persone secondo una stima del 2007.

Gruppi Etnici:
Due terzi degli abitanti complessivi vive nell’isola di Luzon e l’area metropolitana della capitale Manila, sempre nella stessa grande isola del nord, è l’undicesima al mondo contando più di 11 milioni di abitanti.
Il gruppo etnico dei Negrito, geneticamente simili agli attuali abitanti delle isole Andamane, è considerata la popolazione originaria dell’arcipelago ma oggi è valutabile in non più di 30.000 persone, rappresentando perciò lo 0,0003% degli abitanti totali. Il 95% dei filippini è perciò discendente di popolazioni di varia origine, principalmente mista ad etnie austronesiane, che a varie ondate hanno contribuito all’accrescimento demografico dell’arcipelago, a dispetto della popolazione aborigena che è andata via via estinguendosi nella sua forma originaria, se non per quei circa 30.000 individui ancor oggi presenti.

Oggi le Filippine sono uno degli stati con il più elevato numero di gruppi etnici differenti nel mondo.

I principali gruppi linguistici sono:

Bicolani (~5.907.000; il 5.º più numeroso)
Bisaya (~40.000.000; il più numeroso)
Ilocani (~9.136.000; il 4.º più numeroso)
Kapampangan (~2.890.000; il 8.º più numeroso)
Mori (~5.000.000; il 6.º più numeroso)
Panggasinan (1.500.000–2.434.086; il 9.º più numeroso)
Spagnoli (~3.500.000; il 7.º più numeroso)
Tagalog (~15.876.000; il 2.º più numeroso)
Cinesi (~9.800.000; il 3.º più numeroso)
Gruppi più piccoli non tribali

Gaddang
Giapponesi (100.000–200.000)
Ibanag (~500.000)
Isneg (~30.000)
Itawis
Itbayaten
Ivatan/Tao (~34.600 nelle Filippine, ~3.872 nel Taiwan)
Malaweg
Yogad
Gruppi più piccoli Tribali

Bajau
Igorot
Lumad
Camai
Manobi
Tasaday
T’boli
Mangyan
Orang Asli
Aeta
Ati
Le Filippine contano un grandissimo numero di etnie diverse sul proprio territorio. Sono nella stragrande maggioranza popolazioni di origine austronesiana differenziate quasi esclusivamente dalla lingua. In minima parte c’è anche una distinzione religiosa con la presenza di gruppi etnici di fede musulmana (in primo luogo i Moro ), in particolare nell’isola di Mindanao. Da notare anche la presenza di diversi gruppi tribali, tutti numericamente poco significativi, che si caratterizzano per non aver subito l’influenza della cultura cristiana né musulmana. In fine vanno segnalati almeno altri due gruppi di entità notevole rappresentati dai meticci (mestizos) e non di origine spagnola (più di 2.000.000) e cinese (più di 1.000.000), due popolazioni massicciamente presenti nell’arcipelago da secoli, per motivi essenzialmente politici ed economici.

Primi dieci gruppi etnici delle Filippine (luglio 2007):

Bisaya (20.160.000)
Tagalog (13.928.000)
Ilocani (9.527.000)
Hiligaynon (8.068.000)
Bicolani (3.504.000)
Waray-Waray (3.426.000)
Kapampangan (2.667.000)
Ispanofilippini (2.575.000)
Albay Bicolani (2.155.000)
Panggasinan (1.637.000)

 

Cultura

La storia e la cultura di queste isole sono mutate di colpo in una lontana primavera del 1521, quando l’esploratore portoghese Ferdinando Magellano, esperto navigatore al soldo degli spagnoli, sbarca in questo arcipelago del Pacifico.
Dopo secoli di dominazione spagnola, verso la fine dell’Ottocento, l’area passa agli Stati Uniti d’America e la cultura latina deve cedere il passo a quella anglosassone. Solo nel 1946, finita la Seconda Guerra Mondiale, le Filippine ottengono la meritata indipendenza.
Questa mescolanza di civiltà, di lingue e di usi e costumi hanno generato una cultura variegata e estremamente interessante.

Sotto l’aspetto religioso la cultura dominante è il cristianesimo. Pensate che le Filippine è l’unico paese asiatico a maggioranza cristiana. Non mancano comunque importanti minoranze musulmane nella porzione meridionale e occidentale di Mindanao e sulle isole di Basilan, Jolo e Tawi-Tawi.
La cultura delle Filippine nasce dalla mescolanza delle influenze straniere con gli elementi indigeni. Oggi i musulmani e alcune delle tribù isolate sono gli unici abitanti la cui cultura non sia stata alterata dai contatti con gli spagnoli e gli americani.

Benchè la letteratura e il teatro tradizionali e le kundiman (canzoni d’amore) nella lingua nazionale abbiano conosciuto una fase di rinascita grazie al movimento Potere Popolare di Cory Aquino, le espressioni culturali che i visitatori avranno maggiori probabilità di incontrare saranno i concorsi di bellezza, brutte soap opera, film violenti e sentimentali di produzione locale e gruppi musicali che imitano perfettamente le canzoni occidentali.
Circa il 10% dei filippini (ossia i cosiddetti gruppi culturali minoritari o filippini tribali) ha mantenuto la propria cultura tradizionale. Esistono una sessantina di gruppi etnici tra cui i nomadi Badjao, nomadi marittimi dell’arcipelago di Sulu, e i Kalinga, cacciatori di teste del nord di Bontoc.

Le Filippine sono l’unico paese cristiano dell’Asia: più del 90% della popolazione sostiene di praticare la fede cristiana. La principale religione minoritaria è quella islamica, praticata soprattutto a Mindanao e nell’arcipelago di Sulu. Ci sono anche una Chiesa indipendente filippina, alcuni buddhisti e un piccolo gruppo di animisti.
La geografia e la storia delle Filippine hanno entrambe contribuito a creare una molteplicità di lingue: in tutto ci sono circa 80 dialetti. Il concetto di lingua nazionale iniziò a sorgere dopo la guerra ispano-americana del 1898 e nel 1936 fu dichiarato lingua nazionale il tagalog, scelto tra un gruppo di varie altre lingue candidate tra cui il cebuano, l’hiligaynon e l’ilocano. Con un compromesso raggiunto nel 1973 si è scelto come idioma nazionale il pilipino, che si basa sul tagalog ma contiene anche elementi di altre lingue filippine. Ciononostante l’inglese continua a essere la lingua dei commerci e della politica.

La cucina filippina presenta elementi cinesi, malesi e spagnoli. Uno spuntino che viene sovente consumato a colazione o al pomeriggio è la merienda, mentre insieme alle bevande alcoliche vengono serviti i pulutan (stuzzichini). Molto richiesti di sera sono piccoli spiedini di carne o di pesce. I piatti più diffusi, sempre accompagnati dal riso, sono la carne e le verdure cotti con aceto e aglio, la cernia alla griglia, gli stufati di carne e vari tipi di zuppe (con riso o taglierini in brodo di manzo, pollo, fegato, frattaglie o verdure). Come contorno vengono serviti papaya acerba tagliata a strisce, pesce fermentato o pasta di gamberi e croccanti pezzi di cotenna di maiale. Lo halo-halo è un dessert di riso, frutta e latte condensato.

 Religione:

Le Filippine sono uno dei due Paesi dell’Asia a maggioranza cristiana (l’altro è Timor Est). Il 94% della popolazione è di fede cristiana e di questi l’81% sono cattolici mentre i restanti appartengono a un gran numero di chiese minori tra le quali la evangelica (2,8%) e la Iglesia ni Cristo (2,2%).
Circa il 5% della popolazione filippina è di religione musulmana. I suoi fedeli appartengono essenzialmente all’etnia Moro (si noti il nome dato loro dagli spagnoli, per analogia con gli arabi che conquistarono la Spagna, detti appunto moros, ossia “mori”), originaria dell’arcipelago di Sulu, dell’isola di Palawan e della zona occidentale di Mindanao.

I processi di migrazione interna hanno fatto sì che quest’etnia sia oggi presente su tutto il territorio nazionale così che, ad esempio, vi è un buon numero di praticanti musulmani in ognuna delle maggiori città. L’Islam filippino è di rito sunnita ed ha vissuto attriti continui con le istituzioni e le autorità centrali, da sempre cristiane e cattoliche, con insistenti campagne di politiche separatiste che hanno portato alla formazione, nel 1989, della Regione Autonoma del Mindanao Musulmano, formata da quelle province nelle quali la popolazione ha espresso con un voto referendario la volontà di riconoscersi in un’unità territoriale distinta geograficamente e per credo religioso.

Il resto della popolazione segue altre fedi, tra le quali l’animismo, praticato dalle popolazioni di origine tribale e presente nelle sue forme rituali anche in molta parte del culto cristiano e musulmano locale, o abbraccia altri credi come l’induismo, ilbuddhista o sikhismo la presenza dei quali si spiega soprattutto per l’effetto dell’immigrazione di cittadini di altre nazionalità del sud-est asiatico.

 

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