L’arabo è la lingua ufficiale dell’Oman, per quanto anche l’inglese sia molto diffuso nel settore degli affari. Nelle regioni costiere settentrionali s’incontrano commercianti e marinai e un gran numero di emigrati dal subcontinente indiano che parlano anche il farsi e l’urdu. La maggior parte degli omaniti sono musulmani della setta ibadita, uno dei più precoci movimenti fondamentalisti dell’islam, che si distingue per la sua dottrina conservatrice e il sistema di potere ereditario.
Nonostante l’aspetto moderno di buona parte dell’Oman, il paese resta tuttora profondamente tradizionalista. Nei villaggi dell’entroterra e sulle coste le abitudini quotidiane sono cambiate pochissimo nel corso dei secoli. L’abbigliamento femminile ha tonalità molto più vivaci dei semplicissimi mantelli neri così comuni in buona parte della regione del Golfo Persico e i vestiti, realizzati in stoffe stampate, sono abbinati a scialli e veli ancora più sgargianti.
L’Oman ha dedicato un notevole sforzo alla salvaguardia delle sue arti tradizionali, della danza e della musica, ma è assai più probabile che vi capiti di assistere a uno spettacolo di danze tradizionali in un museo piuttosto che durante una festa spontanea nelle strade di un villaggio. Particolarmente famosi sono i pugnali ricurvi con fodero d’argento (‘khanjar’) e i gioielli, pure d’argento.
Grazie al principio della tolleranza religiosa la presenza di altre religioni diverse dal’islam è sempre stata accettata e non vi sono mai state discriminazioni, nemmeno nei secoli passati in cui vigeva lo stato confessionale dell’imamato. Al giorno d’oggi nell’Oman vive un gran numero di appartenenti a differenti religioni, ai quali lo stato permette la libera professione del proprio credo. Sono presenti numerose chiese cristiane di diverso orientamento, in particolare a Muscat e Salalah, oltre che templi induisti e buddisti. Le attività missionarie vengono in genere proibite a tutte le comunità, compresa quella islamica. La gestione delle diverse comunità è di competenza del Ministero per le Fondazioni Religiose e gli Affari Religiosi. Questo Ministero incoraggia il dialogo e il confronto costanti tra le varie professioni di fede, al fine di consolidare la consapevolezza di un’etica, una morale e una giustizia comuni.
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