La popolazione
In molti sostengono che la bellezza di questo paese si nasconde proprio tra la straordinaria moltitudine di persone ed animali in cui ci si può imbattere a qualsiasi ora del giorno e della notte dalla strada più affollata alla via più solitaria. Tutte le facce, i colori, i particolari che si osservano comunicano la storia e l’indole di questa meravigliosa terra, donando al visitatore uno spettacolo che merita di essere contemplato e ricordato.
Essendo una nazione vastissima, i costumi e i tratti somatici della popolazione variano a seconda del luogo che si visita; ad esempio, la popolazione che vive al sud ha generalmente tratti somatici più morbidi e una carnagione più scura rispetto alla popolazione del nord, mentre quella che vive nella parte orientale del paese presenta tratti per lo più mongoli. Gli indiani riassumono e accentuano tutti i paradossi, i contrasti e le bellezze di un popolo. L’india conta 1.173.108.018 abitanti e si prevede che nei prossimi decenni supererà anche la Cina diventando così la nazione più popolosa del pianeta.
Le caste
In india la popolazione viene suddivisa in caste, una realtà difficilmente comprensibile per noi occidentali. Si appartiene ad una casta per nascita e gli appartenenti ad una casta cercano di mantenere la loro purezza evitando di essere contaminati dagli altri. Generalmente le caste sono legate ad attività o a professioni anche se non sempre è possibile identificarle in base ad un puro criterio economico.
La casta rappresenta la struttura su cui si fonda la società hindu. Vivere rettamente e adempire il proprio dovere morale accresce enormemente la possibilità di nascere in una casta superiore e quindi in condizioni migliori. Gli hindu nascono in una delle seguenti quattro varne (caste): Brahmin (sacerdoti e insegnanti), Kshatriya (re e guerrieri), Vaishya (mercanti) e Shudra (braccianti). Si dice che i brahmini siano usciti dalla bocca del Dio Brahma all’atto della creazione; gli Kshatriya avrebbero avuto invece origine dalle sue braccia, i Vaishya dalle sue cosce e gli Shudra dai suoi piedi. Al di sotto delle quattro caste principali si trovano i Dalit, coloro che da sempre svolgono i lavori più umili, come quelli di spazzino o di addetto alla pulizia delle latrine.
Arte e architettura
Uno degli aspetti più entusiasmanti di un viaggio in India è costituito senz’altro dalla scoperta dei suoi numerosissimi tesori d’arte, che spaziano dagli antichi templi, perfettamente inseriti nell’ambiente naturale che li circonda ed espressione di raffinati stili architettonici, al dinamismo delle attuali arti visive e dello spettacolo. Visitando questo Pese ci si imbatte immediatamente nelle varie forme e singolarità che assume l’architettura religiosa, la quale rappresenta ancora oggi l’espressione più straordinaria e celebrata dell’arte della costruzione in India.
In questo Paese, forte di una storia millenaria, i monumenti, le tradizioni, i riti e le religioni attingono continuamente da questo glorioso passato, offrendoci una grande varietà di stili che hanno lasciato l’impronta nei grandi monumenti dell’India: i grandi stupa che celebrano i momenti salienti della vita del Buddha, i templi scavati nella roccia e le pitture murali di Ajanta ed Ellora, il Tempio del Sole a Konarak, a forma di grande carro, le grandi architetture dell’era mussulmana, i sontuosi palazzi dei re Moghuls. La capacità di armoniosa integrazione delle varie forme stilistiche risulta evidente persino nel caso di diversità concettuali e funzionali profonde come quelle tra arte sacra indù e islamica, che a partire dalla fine del XII secolo diedero vita a una forma d’arte unica (detta indo-islamica), che produsse capolavori universali come il Taj Mahal di Agra.
Danza
La danza è una delle forme espressive che nella cultura dell’India vengono considerate non solamente come forme artistiche, ma raffinati linguaggi spirituali. In India la danza è un’antica forma d’arte legata alla mitologia e alla letteratura classica; nelle scritture si legge, infatti, che la danza nasce direttamente da Shiva Nataraja, il Signore dei danzatori. Egli, con la sua danza, crea tutto l’universo.
È frequente poter assistere a diverse forme di danza eseguite in stato di trance o durante riti di esorcismo, oltre alle originalissime danze tradizionali di popoli tribali. I principali stili sono: il bharathanatyam, il kathakali, l’odissi, il kuchipudi, il kathak e il manipuri.
Musica
Nel corso dei millenni la musica classica indiana si è evoluta assorbendo una molteplicità di influssi e dando vita a due filoni principali, quello della Musica Hindustani (caratteristica dell’India del Nord) e quello della Musica Carnatica (caratteristica dell’India del Sud). Entrambi i generi si basano sul sistema melodico dei raga e su quello ritmico dei tala.
La musica sacra indiana è caratterizzata da una struttura che concilia la meditazione, dilatando la percezione di ciò che è al limite tra l’oggettivo e l’immaginario, tra il proprio mondo interno e l’ambiente esterno, addicendosi moltissimo ad una pratica riflessiva sui rapporti tra corpo e mente. Per tali ragioni viene utilizzata per la riabilitazione verbale e sul versante psicologico, quando il flusso delle emozioni appare bloccato.
Filosofia
La filosofia in India fa da sostegno alla vita quotidiana più di quanto si possa immaginare; inserendosi nei rapporti interpersonali e sociali, camuffandosi a volte da superstizione, altre indossando gli abiti della magia e della credenza popolare e perfino sostituendosi spesso con estrema naturalezza alla stessa religione. Il desiderio gioca un ruolo centrale nella filosofia indiana, in positivo e in negativo.
In positivo, in quanto è il desiderio a promuovere l’azione, è cioè a causa del desiderio che si intraprende una qualunque azione. In negativo, perché secondo molte scuole filosofiche la salvezza è raggiungibile solo attraverso l’eliminazione dei desideri. Il mondo è visto come una grande rappresentazione morale governata dalla giustizia. Qualsiasi cosa, buona o cattiva o indifferente, è guadagnata e meritata. L’effetto di questo atteggiamento è quello di rendere l’uomo stesso direttamente responsabile della sua condizione umana. In quanto individuo, è responsabile di ciò che è e di quello che diventa.
Letteratura
L’India vanta una lunga tradizione di letteratura sanscrita, ma esiste anche un ricco patrimonio di opere composte in vernacolo; si crede che esistano tante tradizioni letterarie quante sono le lingue scritte. I due poemi epici più importanti in sanscrito sono il Mahabharata e il Ramayana. Il primo tratta della rivalità fra i due rami di una famiglia reale che incarnano rispettivamente dèi e demoni e che tentano di impossessarsi del potere in una lotta diventata il simbolo universale del conflitto tra uomini e dèi contro i demoni e il male. Il secondo ripropone i temi dello spirito cavalleresco, i sentimenti delicati, l’amore per la natura e le gesta di Rama, il figlio del re di Ayodhya nonché incarnazione di Visnu che, dopo avere superato terribili prove riesce a salire al trono e a sposare l’amata Sita.
Lo scrittore ancora oggi celebrato per aver fatto conoscere in tutto il mondo la ricchezza culturale dell’India è Rabindranath Tagore (bengalese), che nel 1913 vinse il premio Nobel per la letteratura. Ai giorni d’oggi l’autore più importante è sicuramente Kiran Desai, che nel 2006 è stata la prima giovane donna a vincere il prestigioso Booker Prize per il suo splendido romanzo “Eredi della sconfitta”, un libro che tratta temi quali l’emigrazione, la globalizzazione, il senso d’identità e la disparità economica.
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