Cultura, religione e popolazione Vietnamita

Lingua:
La lingua vietnamita (kinh) è una lingua monosillabica e tonale, un ibrido di idiomi mon-khmer, tai e cinesi. I vietnamiti hanno però cambiato una buona percentuale di quelli che sono i termini principali della loro lingua. Tutte le minoranze etniche hanno poi un loro particolare dialetto.
Alcune etnie vietnamite avevano poi sviluppato un proprio sistema di scrittura, che poi si è poi perso con il passare del tempo. Quello più usato nell’antichità, soprattutto nel commercio, nell’istruzione e nella burocrazia, era l’han (cinese), che fu utilizzato fino agli inizi del XX° secolo. Dall’VIII° secolo, parallelamente all’uso dell’han, i Vietnamiti svilupparono un proprio sistema di scrittura, il nom, che usava gli ideogrammi cinesi per indicare suoni del linguaggio vietnamita. La diffusione di questa scrittura segnò la maturazione di una coscienza nazionale ed il successivo sviluppo di una vera e propria letteratura vietnamita, di cui sono importanti esempi il poema epico chiamato “de dat, de nuoc” dell’etnia Moung o il poema “xong chu xon xao” dell’etnia Thai.
Le lingue straniere più conosciute sono il cinese (cantonese e mandarino), il francese (eredità del passato dominio coloniale), l’inglese ed il russo.
Religione:
La vita del popolo vietnamita è stata influenzata da quattro grandi religioni e filosofie: il confucianesimo, il taoismo, il buddhismo e il cristianesimo. Nel corso dei secoli, si è venuto a creare un sincretismo tra le prime tre religioni con le credenze popolari cinesi e con l’antica tradizione animista del Paese, formando così il Tam Gao, ossia ‘triplice religione’. La maggioranza dei vietnamiti (più del 70%) si definisce però buddista.
La percentuale di cattolici si aggira intorno all’8-10% della popolazione. Il Cattolicesimo fu introdotto nel XVII° sec.
In Vietnam è anche diffuso il Caodismo (circa 2 milioni di fedeli), una setta fondata nel 1926 e che combina insieme i principi filosofici e religiosi sia orientali che occidentali ed il cui fondatore fu Ngo Minh Chieu. Sono poi molto praticati da tempo immemore, il culto degli antenati e quello dei “lari”, divinità protettrici della casa e della famiglia (Thanh Hoang). In ogni abitazione si trova un altare per il loro culto, nell’area più sacra della casa. I Vietnamiti credono poi che l’anima dei loro defunti, rimane sulla Terra insieme ai suoi discendenti.
Da ognuna di queste religioni il popolo vietnamita ha tratto dei tratti caratteristici della sua cultura: il culto degli antenati insegna il dovere di comportarsi bene e restare fedeli ai valori trasmessi dagli avi. Il buddismo ha dato importanza ad alcune virtù essenziali: pazienza, distacco, tolleranza, non violenza e compassione. Dal confucianesimo arriva l’ideale dell’uomo buono che si perfeziona di continuo nel rispetto dell’ordine sociale in cui vive. Dal Taoismo hanno invece attinto la visione del bene e del male. Il cristianesimo invece portò con sé la dottrina dell’uguaglianza tra gli uomini e dell’amore del prossimo.
Abbigliamento:
I tradizionali abiti vietnamiti sono molto essenziali e modesti. Gli uomini indossano magliette marroni e pantaloni bianchi. I copricapo sono solitamente semplici pezzi di tessuto drappeggiati intorno alla testa e le calzature consistono in modesti sandali.
Per le cerimonie più formali a questo abbigliamento sono aggiunti due elementi: una lunga vesta con uno spacco su entrambi i lati e un turbante, di solito nero o marrone, fatto di cotone o seta.
Queste tradizioni arrivano dall’epoca feudale, in cui vigevano severe regole comportamentali. Al popolo non era permesso indossare vestiti che non fossero neri, marroni o bianchi. Il giallo era il colore riservato al Re. Gli ufficiali di alto rango indossavano invece vesti color porpora e rosso, mentre il blu era riservato ai sottufficiali.
Le giovani donne indossano corte magliette marroni chiaro abbinate a lunghe gonne nere. I loro copricapo consistono in turbanti neri. Per far sembrare più sottile la vita, esse allacciano, ben strette intorno a questa, lunghe strisce di tessuto rosa o viola. Nelle occasioni più formali, indossano invece un lungo vestito di seta a triplice strato, con spacco su entrambi i lati, chiamato “ao dai“.Il primo strato è marrone chiaro, il secondo giallo ed il terzo rosa. A completare il tutto, le donne indossano in testa un elegante cappello conico di paglia, con incise sopra delle poesie, conosciuto come “non bai tho“.

 

I vietnamiti sono un popolo molto orgoglioso, con un forte senso dell’identità nazionale. Questa caratteristica si è formata e rafforzata per effetto della storia del Paese: l’aver respinto i tentativi di invasione cinese e francese e considerarsi l’unico Paese al mondo che ha saputo resistere e cacciare gli americani, ha alimentato ulteriormente questo orgoglio.

 

Come in altri stati dell’Asia, la vita si svolge intorno alla famiglia. Spesso diverse generazioni possono vivere assieme. La transizione da paese agricolo a paese industriale ha prodotto un effetto di migrazione interna, che si traduce con la fuga verso i grossi centri abitati. Le donne rappresentano il 52% della forza lavoro del Paese ma non occupano mai posizioni di rilievo. In più, secondo stime del 2004, il Paese è al 13° posto nel mondo per popolazione totale, con i suoi più di 80 milioni di abitanti. Può contare inoltre su un tasso di natalità molto alto. Un terzo del Paese ha meno di 20 anni.

 

La popolazione vietnamita per l’84% è formata da vietnamiti (i viet, o kinh, suddivisi in sei gruppi principali: karen, hmong, lahu, mien, akha, lisu) e per un 2% da cinesi; il resto della popolazione è composto da minoranze Khmer, Cham (discendenti dell’antico regno di Champa, di cultura indiana) e da un’altra cinquantina di gruppi etno-liguistici (anche conosciuti come montagnard, ossia “montanari” in francese).

 

L’etnia vietnamita è concentrato nei delta alluvionali e nelle pianure costiere ed esercita il pieno controllo sulla vita del Paese grazie alla posizione culturale dominante e al controllo delle attività politiche ed economiche. Le altre minoranze etniche abitano invece per lo più sugli altipiani e nelle zone montuose.

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