Il cavallo è un animale molto celebrato nella cultura kirghiza, per questo si svolgono in tutto il paese manifestazioni in cui vengono eseguite acrobazie a cavallo o match di wrestling mentre si cavalca, chiamati oodarysh.
I protagonisti di fiabe e leggende kirghize in genere sono pastorelli, cacciatori o cavallerizzi che danno luogo ad una travagliata storia che, per lo più termina in tragedia, lasciando nel luogo una collina, una roccia o un altro elemento naturale al quale viene dato un nome che richiama la leggenda. Pensiamo, ad esempio, alla leggenda del villaggio Jeti-Oghuz, secondo la quale sette grossi tori, cresciuti liberi e forti grazie ai floridi pascoli della vallata, distruggevano le coltivazioni dei contadini del villaggio, i quali pregarono la loro divinità di fermare i tori e salvare il loro lavoro. Il Dio ascoltò le loro preghiere e trasformò i sette tori in montagne, le sporgenze rocciose di una collina di arenaria che circonda la zona. Il villaggio deve il suo nome proprio a questa leggenda, Jeti-Oghuz, infatti, significa “sette tori”
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Il settore primario è composto principalmente dall’allevamento di capre, pecore, cammelli e bovini e dalla pesca che, oltre a soddisfare il fabbisogno interno, garantisce anche prodotti per le esportazioni. L’agricoltura, che occupa il 3% della forza lavoro, è ancora in via di sviluppo e per garantire l’autosufficienza alimentare si sta cercando di risolvere i problemi […]