Il triangolo d’oro

di Marco Mattelloni

Un incredibile viaggio in India: Delhi, Jaipur, Amber Fort, Agra, Taj Mahal

Giorno zero 15 Settembre

Meraviglioso, il viaggio inizia dalla mattina, partenza, direzione Milano Malpensa, con la valigia e una gran voglia di scoprire un mondo veramente nuovo per me, India sto arrivando, New Delhi aspettami! Ci avviamo all’imbarco, saliamo, e in un attimo siamo già in volo, tutto sembra così irreale, almeno per me, stiamo volando verso l’India, volo 9w0421e, Jet Airways,  personale di volo meraviglioso e accogliente, l’aeromobile un A330 Airbus ci permette di stare comodi e questa comodità, mi porta a rilassarmi e a far volare per l’ennesima volta la mente,  e prendo possesso del mio  sogno.
Terra Meravigliosa sto arrivando. Il volo scorre via veloce tra una pietanza indiana e un film, e tra un sonnellino e una perdita completa di coscienza, grazie Morfeo, vengo svegliato dal comandante che avverte che siamo in fase di atterraggio all’aeroporto di New Delhi, ragazzi ci siamo.


Primo giorno 16 Settembre – Delhi

Disbrigo delle pratiche doganali, catturata la valigia sul nastro trasportatore,  ricompattato il gruppo ci avviamo verso l’ uscita, dove ad aspettarci troviamo la nostra guida per questi 5 giorni: Anil, presentazione, saluti, abbracci sorrisi, siamo in preda all’eccitazione, e in un attimo siamo fuori dall’aeroporto diretti verso il bus, ad accoglierci il clima di Delhi, afa e caldo, anche se qualche minuto prima il monsone aveva rovesciato secchiate d’acqua, mi guardo in giro tutto normale, aeroporto enorme, grande flusso di gente, camminando arriviamo al bus, loggato da tre simboli GoAsia, il mio primo pensiero è: “ecco inizia l’avventura” e penso che sia il pensiero di tutto il nostro gruppo.
Il motore si accende, aria condizionata a -50, si parte… Anil ci presenta la settimana che ci aspetta, subito si capisce la grande preparazione e soprattutto il grande amore per il suo paese, ci avviamo verso Qutab Minar, visitiamo il sito, la torre fatta costruire dall’Imperatore Qutb-u-din-Aibak, sovrasta tutto, immensa, fatta di arenaria questa pietra rossa che troveremo spesso nelle strutture,  all’interno un meraviglioso giardino e ad un tratto l’aria che si respira è piena di storia, di profumo di spezie che inebriano la mente, ci spostiamo ascoltando il racconto della nostra guida, camminando per la prima volta ci troviamo di fronte alle donne indiane, vestite nei loro tipici indumenti dai colori sgargianti, che scaldano la tua anima con gioia e calore, rimango estasiato dal loro portamento, elegante, e naturale allo stesso modo, sembrano delle modelle messe li apposta per deliziare il turista, ma non è così: sono eleganti, perché dignitose del loro essere la visita si sta concludendo il tempo scorre veloce, e dobbiamo spostarci per vedere la moschea nella parte vecchia di Delhi, ma prima sosta pranzo, attesa dal gruppo, come una vincita al superenalotto.
Pranzo delizioso, iniziamo a scoprire la cucina indiana, con il suo cherry e le sue spezie pausa finita, si sale sul pullman e si riparte destinazione la Moschea di Jama Masjid  nella città vecchia di Delhi, il percorso si snoda tra le vie della città, qui prendiamo coscienza del posto in cui ci troviamo, dal nostro finestrino guardiamo le immagini di vita quotidiana, la grande confusione la fa da padrona, persone che si muovono in ogni direzione, risciò a pedali e a motore, negozi di ogni genere e tipo, dalla firma prestigiosa, alla rivendita di porte di automobili usate e stra-usate, carretti di frutta multicolore, di riso e pollo al cherry, bambini semi nudi che camminano per la strada, anziani che dormono sui marciapiedi, case diroccate e semi distrutte, dove muratori occasionali cercano di recuperare qualcosa; case-tenda fatte in ogni posto, dove il marciapiedi lo consente, e su questa forma di edilizia ci viene spiegato dalla nostra guida, il perché di questo.
Non sono altro che tende-casa per gli operai che arrivando dalla campagna per dei lavori a tempo, non possono: primo permettersi di rientrare a casa loro, vedi distanza o altro, secondo pur di non perdere il lavoro e risparmiare qualcosa si costruiscono queste tende e ci abitano fino alla conclusione dei lavori, incredibile, se visto con gli occhi di un occidentale, ma non finisce qui, alzo gli occhi e vengo catturato da un intreccio di fili elettrici, che al primo sguardo sembrano dei grandi rompicapo senza soluzione, strade che da asfaltate passano a sterrate, maiali che tranquillamente circolano per le vie nutrendosi di rifiuti o del poco cibo che la gente offre loro, qui non si butta via nulla, finalmente arriviamo alla Moschea parcheggiato il bus davanti a noi la grande scalinata che ci porta all’ingresso della stessa, Jama Masjid  una delle più grandi mosche del mondo, edificata nel 1650, saliamo la scalinata e arrivati all’ingresso ci togliamo le scarpe, io come molti altri scelgo di camminare a piedi nudi, entriamo, sento sotto di me la pietra calda, ma quello che mi entusiasma di più è camminare sulla storia; la moschea si presenta enorme con i suoi minareti, la piscina nel centro dove i devoti si lavano mani e piedi, all’interno c’è un aria di intensa religiosità e gioia, dalla gente che prega, concentrata e isolata dal mondo che la circonda,  ai bambini che si divertono a rincorrersi o a starsene seduti allegramente con la loro famiglia, tutto sembra infinito, tutto sembra un sogno, ma non è così, il sogno è realtà e si chiama India.
La giornata si sta concludendo, il tempo è passato velocissimo per oggi, si comincia a sentire la stanchezza, ci attende il sospirato trasferimento in hotel, dove una calda doccia e un letto comodo ci attendono.


Secondo giorno 17 Settembre – Jaipur

 Sveglia alle sette, io e il mio compagno di avventura e di stanza il grande Rino ci guardiamo con faccia stravolta, ma ci prepariamo per la giornata che non concederà nessuna tregua, colazione e via per il trasferimento da Delhi a Jaipur, la città rosa, nello stato del Rajasthan terra dei Maharaja, situata ai limiti del deserto Thar. Città costruita con la pietra arenaria, che le da un colore rosa, che contrasta con i colori degli abiti delle donne, e dai pittoreschi bazar.
Partenza, ci aspettano 5 o 6 ore di bus, inizia così questa lunga traversata che ci porterà a Jaipur. La strada si snoda davanti a noi, dopo il traffico di Delhi arriviamo alla tanto attesa autostrada indiana, e sottolineo autostrada anche qui c’è da spendere qualche parola, ci viene spiegato durante il viaggio potremmo imbatterci in particolari situazioni e che per noi occidentali potranno sembrare assurde e strane, infatti lo strano non tarda ad arrivare, osservando fuori dal finestrino mi scorre veloce la campagna, che accompagna la strada, ad un certo punto i miei occhi si bloccano ad osservare quello che Anil ci aveva anticipato un attimo prima, in questo serpentone di asfalto tutto è il contrario di tutto, ci si può imbattere in ape trasformati in taxi che portano persone perfino sul tetto, gente che tranquillamente guida contromano, mucche (sacre naturalmente) che pascolano senza problemi in mezzo alla strada o dormono infischiandosene di tutto, insomma un vero e proprio bazar delle stranezze.
Il viaggio prosegue, qualche sosta per riprendere fiato e formalità varie, e via, il bus diventa il nostro telecomando, e il finestrino la nostra tv, i paesaggi si susseguono veloci, distese di campi verdi stupendi, a tratti pastori che conducono le loro bestie al pascolo, ad un certo punto vengo catturato da una figura che si staglia nel cielo alla mia destra, osservo e vedo questa ciminiere bianche alla base e di un nero cupo sulla cima, sembra quasi una grande sigaretta e invece sono le fabbriche di mattoni, ce ne sono parecchie, ma all’improvviso si cambia canale stiamo arrivando a Jaipur, incominciamo a respirare il profumo della città rosa. Tutto il bus si risveglia, nasi sul finestrino e flash di macchine fotografiche che illuminano tutto, siamo al cospetto di sua maestà l’Amber Fort, e con i suoi elefanti pronti a portarci in cima, ma questo accadrà domani. Scendendo verso la città, passiamo davanti al Palazzo dei Venti, non è in realtà un palazzo ma solo una facciata con 900 finestre che venivano usate dalle donne per osservare il mondo esterno, visto che a loro era proibito.
Nel tragitto verso la città passiamo davanti al Palazzo sull’Acqua, una struttura costruita nel bel mezzo di un lago, straordinario. Ci siamo, bus fermo, e giro panoramico per Jaipur ci immergiamo nel loro mondo fatto di colori, odori di spezie, di caos, infatti sembra di essere all’interno dell’apocalisse, le strade sembrano fiumi in piena, gente, bici, moto, macchine, animali scimmie, insomma di tutto, ci incamminiamo per le strade, guardando negozi di ogni genere, assaliti da venditori ambulanti che offrono tutta la loro mercanzia, venditori di fiori colorati, vendono il loro prodotto che serve per fare collane di benvenuto, ci proviamo attraversiamo un incrocio, impresa da guinness dei primati, ma siamo fortunati, a farci da scudo umano un allegro e arzillo signore del luogo, che con audacia da guerriero ci scorta fino al lato opposto,  ci contiamo, non manca nessuno, e allora siamo pronti per un giro sul risciò a pedali, formiamo le coppie e via nel caos della città.
Il nostro conducente-pilota è un ragazzo smilzo, che per partire deve dare adito a tutte le sue forze, carica tutta la sua forza su un pedale e via, la sua fatica è veramente tanta, la carovana Brancaleone parte e in un secondo ci troviamo già nel bel mezzo del caos, da bravi maestri del brivido, aizziamo i nostri piloti a dare il massimo per fare una gara senza vincitori, ma quello che colpisce di più è lo straordinario luogo in cui ci troviamo, il calare del sole rende tutto magico e inverosimile, case e negozi che si illuminano, la gente che nella loro semplicità si ritrovano ad avere una ricchezza paurosa, infatti sono ricchi di quella dignità che a noi manca, il nostro giro sta per esaurirsi, prossima destinazione il parcheggio dove ci aspetta il bus, con il nostro “uomo freccia” e ora vi spiego: in India si guida a sinistra, perciò l’autista è a destra, tempo addietro non c’erano le frecce che indicavano la direzione, perciò dalla parte dell’autista era tutto semplice, lui metteva la mano fuori e il gioco è fatto, ma dalla parte contraria no, il suo braccio non ci arrivava, ed ecco la nascita dell’uomo freccia, colui che indica il cambio di direzione a sinistra, mitico no?!
La giornata è alla fine , anche oggi abbiamo visto e toccato con mano questa Incredibile India, ci aspetta una doccia, cibo, sonno e la voglia matta di ricominciare domani una giornata in questa terra meravigliosa.


Terzo giorno 18 Settembre – Amber Fort

Sveglia e colazione come da prassi, e in un’ora siamo già sul bus direzione Amber Fort, per la salita a dorso di elefante, straordinario!!! Saliamo sul dorso del nostro pachiderma e iniziamo la salita, il mio compagno di avventura, inizia ad avere piccoli problemi quando il bestione si infuria nell’incrociare persone che scendono a piedi, ma tutto finisce bene. La salita offre la possibilità di ammirare lo straordinario scenario.
Arrivati ai piedi del Forte veniamo catturati da una splendida muraglia in stile cinese che si arrampica sulla collina di fronte a noi, un’altra meraviglia di questa Incredibile India. Arrivati in cima entriamo, e ad accoglierci c’è un enorme piazza e mentre aspettiamo l’arrivo di tutti, si sentono strane voci sul nostro direttore commerciale Angelo, il dondolio del bestione, dicono, abbia creato grossi problemi al nostro malcapitato, e, si vocifera che in un dialogo con il conducente dell’animale, alla richiesta di quest’ultimo di una cospicua mancia all’arrivo al Forte, il nostro  Angelo abbia risposto con: “ SI BASTA YOU ARRIVE”, in questa risposta tutta la disperazione di un uomo. Il forte vive di una straordinaria bellezza, con la sua arenaria rossa, il marmo lavorato e intarsiato, le due culture Hindi e Moghul che si fondono, il giardino con la grande fontana al centro, e i camminamenti annessi a disegnare forme geometriche perfette, lasciamo il forte e lo facciamo a piedi, per grande gioia di Angelo, e qui incrociamo gruppi di donne dai vestiti, gialli verdi, viola, arancione, ornati di lustrini, sembrano petali di fiori ricoperti dalla rugiada.
La prossima visita, la reggia del Maharaja, quella antica, con il giardino dei pavoni, le anfore giganti usate per portare l’acqua del Gange fino nel Regno Unito, e la visione esterna di quella attuale, dove vive il giovane Maharaja di Jaipur, con il suo sfarzo e la sua imponenza, l’osservatorio astronomico fitto di strumenti e orologi solari equatoriali. Abbiamo anche tempo per una passeggiata shopping, ormai ci sappiamo destreggiare, si contratta tutto, e pur di portare a casa qualcosa ad un prezzo pari allo zero riusciamo a barattare anche il nostro cane.
Rientro in hotel, e sorpresa nella camera, io e Rino come tutti gli altri troviamo un bell’abito indiano bianco (kurta) con lustrini, solo una cosa mi crea problemi, la misura, dei pantaloni che ci hanno fornito ci stiamo in 6 e non esagero, tutto questo per la serata che ci aspetta a Samode. Arrivo dopo un’ora e mezza di bus, ma ne vale la pena, accoglienza da principi, dal buio quasi totale, passiamo all’illuminazione di tutto il palazzo, con donne locali che al nostro ingresso ci gettano dolcemente petali di fiori, il palazzo è di una straordinaria bellezza, la cena tipica indiana accompagnata da musica e danze locali, alla fine della serata, tazza di caffe o the all’aperto, e nel silenzio più assoluto veniamo salutati da un tripudio di fuochi d’artificio … senza parole! Rientro in hotel e gran dormita.


Quarto giorno 19 Settembre – Agra

Colazione e partenza verso Agra, 230 km e circa 6 ore di viaggio, qui incontriamo la bellezza della campagna indiana, con le donne che raccolgono il mais, e un organizzazione che non ha paragoni con le città, passiamo diversi villaggi, per spezzare il ritmo lungo del viaggio facciamo una sosta ad Abhaneri, un pozzo d’acqua fatto a gradoni, dalla profondità di 20 mt circa, visto dall’alto sembra una piramide rovesciata. La carovana si sposta ancora, nel frattempo è arrivata l’ora della pausa pranzo, e dire il vero, non mi sento molto bene e rinuncio al cibo. Si riparte per Fatehpur Sikri, o città fantasma, all’inizio del 1571 iniziarono i lavori che proseguirono per circa 15 anni, fu fatta costruire dalla disperazione dell’imperatore che non riusciva ad avere figli, all’avverarsi di una profezia, che gli annunciava l’arrivo di tre figli, fece erigere la città.
Akbar vi trasferì la sua corte ma improvvisamente, nel 1586, abbandonò la sua nuova capitale per sempre. Le ragioni non sono state totalmente chiarite. Imponente e maestosa, con la sua struttura tutta in pietra arenaria rossa, qui troviamo l’arte Moghul, con gli intarsi della pietra, giardini meravigliosi che danno pace a questa immensa struttura.
Rientriamo in hotel per un gran riposo e per prepararci alla giornata successiva.


Quinto giorno 20 Settembre – Taj Mahal

Ci alziamo, colazione, controllo del gruppo, e partenza per il Taj Mahal, passiamo il controllo minuzioso che il servizio di vigilanza fa all’ingresso, ci raduniamo iniziando ad andare verso il mausoleo, non si vede nulla solo un gran numero di turisti, la maggior parte del luogo, incontriamo sul nostro cammino una colonia di babbuini che ci passa davanti senza degnarci di uno sguardo, la nostra posizione rispetto all’ ingresso è decentrata, all’improvviso la folgorazione, la settima meraviglia, una struttura in marmo lucido, o come ci viene detto trasparente, il sole lo fa risplendere di una luminosità che lascia senza parole. Ci avviamo verso il Taj Mahal, costruito in 22 anni, con l’ausilio di 20.000 artigiani, eretto dall’imperatore per amore della sua preferita morta dando alla luce il 14° figlio, un’opera senza paragoni, inserita all’interno di uno splendido giardino con la storia non ha fine in questa terra, ogni piccolo angolo di questo posto ha un significato, la visita all’interno e stupenda, marmi levigati che sembrano avorio, un opera che solo l’uomo poteva fare.
Il tempo scorre anche qui, e ci dobbiamo spostare verso il Forte Rosso, saliamo per l’ennesima volta sul bus, trasferimento veloce e ci siamo. Struttura enorme fatta in arenaria rossa, si sale lungo una piccola salita e si arriva all’interno del forte, con la sua arte, con il suo giardino interno, l’antica piscina voluta dall’imperatore, ormai trasformata dagli inglesi in un meraviglioso giardino, insomma un tuffo nella storia, ma anche questa giornata sta finendo, ci aspetta il viaggio verso Delhi, arrivo previsto per le 20, tempo utile per una doccia, e poi via per la cena di saluto.


Sesto giorno 21 Settembre

Sveglia e colazione, prepariamo i bagagli, il nostro viaggio si sta concludendo, arrivo in aeroporto in tempo, ci guardiamo sconsolati e un po’ stanchi, il volo parte alle 12.30, qualcuno spende le ultime rupie, in regali o altro.
Un paese  meraviglioso che sa regalare emozioni uniche, con il suo popolo che vive dignitosamente anche non avendo nulla o poco, sicuramente c’è tanta povertà, e miseria, ma questo popolo non smette mai di sorridere, non smette mai di chiederti da dove vieni, per il solo piacere di far parte di te per un minuto per un secondo della sua vita, per il piacere di raccontare ad un suo parente ho conosciuto uno straniero.
Questa è veramente  INCREDIBLE INDIA

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