Le città della Cambogia

Phnom Penh

Phnom Penh, capitale della Cambogia dal XV secolo, è situata alla confluenza dei fiumi Mekong, Bassac e Tonlè Sap. Nota ai tempi del colonialismo come la “perla dell’Asia”, la città è disegnata su un tessuto urbano risalente al periodo coloniale francese o ad esso posteriore, nonostante qualche vestigia del passato sia fortunatamente sopravissuta all’incuria del tempo e della storia. Orgoglio della città è senz’altro il Palazzo Reale, un complesso molto ricco e raffinato, che sorge lungo le rive del Mekong, formato da una serie di pagode, ognuna con una sua precisa funzione. Una delle più note è affascinanti è la Pagoda d’argento (ma coperta da uno splendente tetto dorato), tra le poche opere d’arte della cultura cambogiana a essere stata risparmiata dai Khmer rossi. La Pagoda è così chiamata per lo spettacolare pavimento rivestito da ben 5000 mattonelle d’argento del peso di 1 kg ciascuna. Essa fu costruita in legno nel 1892 e poi rifatta nel 1962. Al suo interno è conservata una preziosa statua di smeraldo del Buddha e, di fronte a questa, un Buddha d’oro a grandezza naturale decorato con 9584 diamanti. In città sorgono poi alcuni imponenti wat buddisti, tra cui il Wat Ounalom (sede centrale del patriarcato buddista cambogiano) e il Wat Phnom (la pagoda sulla collina da cui la città prende il nome e simbolo della sua fondazione), da cui si può godere di una vista panoramica sulla città. Altri luoghi interessanti sono i mercati della città, chiusi e abbandonati durante l’occupazione dei khmer rossi, che ora stanno risorgendo a nuova vita, colorati e vivaci, ed in cui si possono trovare oggetti in lega d’argento, in madreperla e in paglia. In particolare, vanno segnalati il Mercato Russo e il Mercato Centrale, in cui campeggia un orologio fermo alle ore 10 del 17 aprile 1975, giorno in cui Pol Pot prese possesso della città. Il Quartiere Francese e il Museo Nazionale, che espone la più bella collezione al mondo di sculture Khmer, sono poi altre mete di Phnom Penh da visitare. Il campo di sterminio di Choeung Ek, appena 15 km a sud-ovest del centro, è un triste ricordo delle atrocità commesse dai khmer rossi. Qui furono trucidate circa 17.000 persone e, dietro la lastra di vetro del Memorial Stupa (del 1988), sono visibili più di 8.000 teschi, sistemati per sesso ed età. Prima di essere assassinate, le vittime venivano rinchiuse nella prigione chiamata S-21, che si trovava all’interno del liceo Tuol Sleng Prey. Il Museo del Crimine e del Genocidio di Tuol Sleng rende ancora oggi una testimonianza cruda e onesta a questa triste parentesi di storia cambogiana.

Siem Reap

Nella città di Siem Reap, nonostante il centro urbano non abbondi di grandi attrazioni, si possono apprezzare alcune vecchie costruzioni del periodo coloniale francese, ben conservate e situate a fianco del mercato, molte delle quali divenute oggi alberghi o guesthouses. La città è ancora abbastanza tranquilla, dal fascino rurale. Da visitare i templi moderni che creano un bel contrasto con le antiche strutture di Angkor. Interessante il Wat Atheva, una pagoda situata a sud del centro città, eretta su un tempio preesistente e tuttora perfettamente conservato; data la scarsa frequentazione dei turisti questo tempio è molto tranquillo e piacevole da esplorare. Assai più interessanti e piacevoli da visitare sono però i dintorni della città, con i paesaggi agresti di toccante semplicità, nei quali si può cogliere l’anima profondamente pacifica del popolo cambogiano, e le tante testimonianze archeologiche dell’antica civiltà khmer. La zona monumentale di Angkor, distante pochi chilometri da Siem Reap, si raggiunge percorrendo un viale alberato interrotto, a metà, dal posto di controllo per l’accesso (consentito solo con l’accompagnamento di una guida). La parola Angkor è la forma dialettale della parola “nokor’”che deriva dal sanscrito e significa capitale. Essa infatti era l’antica capitale del regno Khmer, situata nel cuore della Cambogia. Oggi costituisce uno tra i più grandi ed affascinanti siti archeologici al mondo, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1992. In prossimità del lago Tonlè Sap, in un’area anticamente racchiusa da grandi e lunghissime mura, sorgeva una città dai criteri urbanistici straordinariamente razionali, sulla quale svettavano centinaia di templi eretti dai regnanti Khmer, re con attributi divini che tra XI e XV secolo hanno reso ricco, potente e sublime il regno. Centinaia di questi templi sopravvivono oggi, strappati alla giungla, alcuni in un ottimo stato di conservazione. Il tempio più famoso è l’Angkor Wat (Suryavarman II), gioiello stilistico dalle impressionanti, ma armoniose proporzioni, divenuto simbolo nazionale della Cambogia (unico edificio al mondo ad apparire su una bandiera nazionale). Il tempio venne fatto costruire dal Re Suryavarman II, il “re protetto dal sole” che volle farne il suo mausoleo. La sua costruzione iniziò nel 1122 e fu portata a termine già nel 1150, l’anno della sua morte, in quanto egli aveva ordinato che la gigantesca costruzione partisse da 4 lati contemporaneamente. Angkor Wat si differenzia dagli altri templi di Angkor perché non è mai stato del tutto abbandonato, ed inoltre il fossato esterno lo ha protetto dall’avanzare della giungla. Esso occupa un’area rettangolare di 2 milioni di metri quadri, coperta da cortili interni, torri e padiglioni, ed è raggiungibile attraverso dei ponti di pietra costruiti su un fossato largo 200 metri, le cui sponde erano ricoperte da gradinate e che lo rende quasi un’isola monumentale. E’ l’unico tempio rivolto ad Occidente, in direzione del tramonto, come per i templi funerari, e non ad est, come consuetudine per i templi indù. Impressionante è la decorazione costituita da chilometri di bassorilievi scolpiti sulle pareti, nei porticati e nelle gallerie, che illustrano, con incredibile ricchezza e vivacità, le scene principali dei poemi epici indiani, dalle apsara (ninfe danzanti) e dai motivi floreali sui frontoni. La maggior parte delle aree visibili sono costituite da blocchi di pietra arenaria, mentre la laterite fu usata per il muro esterno e per le parti strutturali nascoste. Alcuni elementi del tempio sono stati però persi a causa dei furti e del tempo, inclusi gli stucchi dorati sulle torri, alcune figure dorate nei bassorilievi e i pannelli in legno dei soffitti e delle porte. Il sito di Angkor Wat è una combinazione unica di due principali caratteristiche dell’architettura cambogiana: il tempio collina che si erge all’interno di un fossato e le successive gallerie concentriche. Il tempio collina simboleggia il Monte Meru (la casa degli dei nella religione indù) ed è consacrato a Vishnu. Le cinque torri centrali rappresentano i cinque picchi della montagna, mentre le mura ed il fossato simboleggiano le montagne e l’oceano che le circonda. Le zone più elevate erano le più esclusive, e dunque le persone appartenenti a classi sociali non eccessivamente elevate erano ammesse solo nel livello più basso. La scalinata molto ripida da percorrere per accedervi, rappresentava la difficoltà di salire al regno degli dei. Proseguendo verso nord si arriva all’Angkor Thom, l’ultima e la più grande delle antiche capitali Khmer (contava più di un milione di abitanti), un centro fortificato che testimonia il passaggio ad un’ispirazione di segno diverso rispetto a quella che segna Angkor Wat, ossia quella del Buddismo mahayana. Portavoce di questo cambiamento fu il Re Jayavarman VII che ristrutturò completamente Angkor e, con una febbrile campagna edilizia dal 1181 al 1220, edificò questa cittadella fortificata, il cui nome significa “città che sostiene il mondo dandogli la propria legge”. Edificata su un territorio di oltre 9 Km² e completamente circondata da un fossato esterno e da alte mura in laterizio, la città presenta al suo interno diversi edifici di sicuro impatto, tra cui il maestoso Bayon, un tempio molto complesso, con le sue 49 torri scolpite in stile barocco e le circa 200 statue giganti del Re Jayavarman VII, orientate verso i quattro punti cardinali. Altri interessanti siti all’interno delle mura sono la Terrazza degli Elefanti, la Terrazza del Re Lebbroso, il Preah Palilay e il tempio Baphuon. Tra gli altri templi sparsi nella giungla spicca poi, per la sua unicità, il Ta Prohm. Eretto nel XII secolo come tempio buddista, ospitava nel suo recinto ben 12.640 persone tra sacerdoti e addetti al cerimoniale. Ta Prohm è assolutamente particolare perché è stato lasciato tale e quale a come fu trovato dai primi esploratori francesi e così resterà per narrare la sua incredibile storia di fasti e decadenza. Le sue antiche pietre emergono tra enormi alberi secolari di baniyan, le cui potenti radici avvolgono parti del santuario, dando la sensazione di trovarsi in un mondo perduto che cela infinite sorprese. A una trentina di chilometri dalla città, si trova infine il tempio di Banteay Srei, considerato un vero gioiello dell’arte khmer e soprannominato “Tempio delle Femmine”. La particolarità di questo tempio, l’unico ad essere stato costruito da un dignitario di corte e non da un Re, sono i pregevoli bassorilievi in arenaria rosa. Altre visite interessanti sono poi quelle ai templi risalenti al X secolo, dedicati a Shiva: il Mebon Orientale, il Pre Rup e il Prasat Kravan.

 

Tonle Sap

Una piccola meraviglia naturale del mondo è il lago Tonle Sap, unico per la sua ampiezza, che varia a seconda delle stagioni e delle piogge monsoniche, e per il fatto che le sue acque sono tra le più pescose al mondo. Sulle sue rive viene offerto uno spaccato della dura vita quotidiana di agricoltori e pescatori che lì vivono. Questa esistenza dura da secoli praticamente immutata, nello splendore di una natura rigogliosa. Tipico è il villaggio galleggiante di pescatori Chong Kneas, dalle tipiche costruzioni in legno, posto nei pressi della sponda meridionale del lago Tonlé Sap. Vi vivono circa diecimila persone (quasi totalmente di origine vietnamita) e case, scuole, bar e ristoranti poggiano le loro fondamenta su delle barche.

 

Sihanoukville

La città portuale di Kampong Son, meglio nota col nome di Sihanukville (così chiamata in onore del re Norodom Sihanouk), è la località balneare più rinomata di tutta la Cambogia, nonché il suo unico porto marittimo. Sihanoukville si affaccia sulle chiare acque del Golfo del Siam ed è una città moderna, in continuo sviluppo, circondata da bianchi litorali sabbiosi punteggiati di palme ed isole tropicali incontaminate. Il cuore della città è Phlauv, la sua strada principale, dove si respira un’atmosfera vivace e piacevole, con un’apparenza di semplicità e di spensieratezza mediterranea. Sul suo litorale sorgono quattro spiagge, Ochheuteal, Sokha, Independence e Victory, e il porto di pescatori è molto suggestivo alla luce del tramonto e dell’alba.

 

Battambang

Battambang è situata 40 km a ovest del Tonlé Sap. Nonostante sia la seconda città più grande della Cambogia essa mantiene un carattere provinciale e solo recentemente è iniziata ad entrare negli itinerari turistici. Si presenta come una tranquilla città fluviale, arricchita dalla presenza di numerosi negozi francesi ed edifici risalenti al periodo coloniale, che si affacciano sul lungofiume, oltre ai diversi wat dislocati in vari punti della città. Essa è inoltre un’ottima base per visitare i territori circostanti, in cui è possibile visitare vecchie pagode, rovine del periodo Angkor, cave, cascate, e anche cave dei massacri, legate al periodo dei Khmer Rossi.

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