Ben l’80% della popolazione del Laos si dedica all’agricoltura (riso, grano, patate dolci, caffè, tabacco), alla pesca e alla caccia. L’agricoltura è di tipo stagionale, fortemente dipendente dal clima. Una grossa fonte di reddito agricolo è rappresentata dalla coltivazione dell’oppio, alla quale però il Laos sta rinunciando a causa delle pressioni internazionali, in particolare delle Nazioni Unite. Il Laos ha inoltre riserve di stagno, piombo, zinco, ferro grezzo, carbone e legno, ancora poco sfruttate.
Il settore dell’industria e quello del turismo occupano insieme solo il 20% della popolazione, quindi non hanno avuto un grande sviluppo. Gli attrezzi per il lavoro e per le manifatture non sono meccanizzati: si usa ancora l’aratro tirato da bufali, il telaio e simili.
I maggiori partner economici del Laos sono Thailandia, Vietnam, Francia, Germania, UK e Singapore e le maggiori esportazioni includono legname e prodotti in legno, indumenti, caffè e stagno.
A partire dal 1986, il Laos ha intrapreso un’importante riforma economica (New Economic Mechanism) con la quale ha dato l’avvio a una politica di riconversione del sistema economico da centralizzato e pianificato ad orientato al mercato. Inoltre dal 1993, il governo si è posto l’obbiettivo di massimizzare l’uso delle risorse naturali, di promuovere l’investimento estero, di ridurre le importazioni mediante un’intensificazione della produzione di beni di primo consumo e, infine, di promuovere un’agricoltura che tenga conto della domanda sia interna che straniera (con una conseguente sovrapproduzione agricola che consenta l’esportazione).
Nel 1997 però, si è avuta un’inversione di tendenza nell’economia del Laos (dovuta alla crisi economica della Thailandia, il suo principale partner commerciale), che ha annullato in gran parte la crescita del quinquennio precedente. Le conseguenze di tale crisi sono state un alto livello di inflazione e un elevato deprezzamento della moneta locale (il Kip),
Nei primi anni del 2000 un discreto afflusso di investimenti internazionali (attirati anche dal fatto che gli investitori stranieri possono controllare i loro progetti al 100% dietro approvazione del governo) ha favorito la ripresa, ma il Paese ha un debito estero crescente e una bilancia commerciale in passivo.
In effetti, ancora oggi, il Laos rimane uno dei Paesi più poveri del mondo e si posiziona in uno degli ultimi posti relativamente all’Indice di Sviluppo Umano, l’indice delle Nazioni Unite ricavato in base ai livello del PIL (a parità di potere di acquisto), della qualità della vita e dell’istruzione. Inoltre tre quarti della sua popolazione vivono con meno di 2$ al giorno. Il Paese si ritrova infine ha combattere con delle infrastrutture molto povere ed essenziali: tante strade sono impraticabili durante il Monsone e non esiste una ferrovia. In più solo le grandi aree urbane hanno accesso a regolari servizi elettrici e le telecomunicazioni sono ancora molto basilari.
Forma di governo:
La Repubblica Democratica del Popolo Lao (Lao Pdr), fondata il 2 dicembre 1975, è uno Stato a partito unico, il Partito Rivoluzionario Popolare del Laos. La Costituzione fu promulgada per la prima volta nel 1947, per essere poi rivista nel ’57 e nel ’91.
Il capo dello Stato è il Presidente, attualmente Choummaly Sayasone (2006), che è eletto ogni 5 anni dall’Assemblea Nazionale (il parlamento, organo del potere legislativo, composto da 115 membri) e ricopre anche la carica di leader del LPRP e di capo delle forze armate. Il capo del governo è invece il Primo Ministro, Bouasone Bouphavanh (2006), che è anche presidente del Consiglio dei Ministri (13 membri), il più alto organo esecutivo dello Stato. I membri del Consiglio sono scelti dal Presidente con l’approvazione dell’Assemblea Nazionale e restano in carica per 5 anni. Le politiche governative sono invece determinate dal partito attraverso il Politburo, composto da 9 membri e dalla Commisiine Centrale (49 membri).
Lo Stato è diviso in 16 province (“khoueng”, suddivise a loro volta in distretti e villaggi), più la municipalità di Vientiane e la “zona speciale” di Xaisonboun, nel nord-est del Paese, stabilita nel 1994 e controllata dall’esercito, data l’alta presenza di banditi. In tutto vi sono dunque 18 divisioni:
Attapu
Bokeo
Bolikhamxai (provincia)
Champasak
Houaphan (provincia)
Khammouan (provincia)
Loung Namtha
Louangphabang
Oudomxai (provincia)
Phongsali
Salavan
Savannakhet
Vientiane (municipalità)
Vientiane
Xaignabouli
Xaisomboun (zona speciale)
Xekong
Xiangkhoang
Politica estera: per quanto concerne l’immagine del Laos all’estero , essa risulta compromessa dal mancato rispetto dei diritti umani, anche se non stupisce che il governo trascuri questo problema date le altre priorità, come l’evidente povertà della popolazione. Il Laos è poi coinvolto in una disputa con la Thailandia ed il Vietnam per la demarcazione di alcuni confini.
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