La Repubblica Popolare di Cina è ufficialmente atea. La popolazione religiosa si suddivide però in: Confuciana, Taoista, Buddhista, Cristiana, Islamica. Il confucianesimo è una delle maggiori scuole filosofiche, morali, politiche e, in qualche misura, religiose della Cina. Si è sviluppato nel corso di due millenni a partire dagli insegnamenti del filosofo Kongfuzi, il «Maestro Kong» (551-479 a.C.), conosciuto in occidente col nome latinizzato di Confucio.
Confucio creò un sistema rituale e una dottrina morale e sociale, che si proponevano di rimediare alla decadenza spirituale della Cina, in un epoca di profonda corruzione e di gravi sconvolgimenti politici. Confucio non volle mai, invece, trattare questioni soprannaturali e che trascendessero l’esperienza umana. Nel confucianesimo non c’è alcuno spunto soteriologico e questo rende difficile considerarlo una religione, se non in senso sociologico, come lo ha considerato Max Weber. Dopo essersi confrontato con le scuole di pensiero concorrenti, durante il Periodo dei regni combattenti, e violentemente combattuto sotto l’imperatore Qin Shihuangdi, il confucianesimo fu imposto come dottrina di stato sotto l’imperatore Han Wudi (156-87 a.C.) ed è rimasto tale fino alla fondazione della Repubblica di Cina nel 1911. Oltre che in Cina, il confucianesimo ha esercitato un’influenza grandissima in Giappone, in Corea e nel Vietnam. Il Taoismo (oppure Daoismo; in cinese Daojiao, letteralmente “insegnamento del Tao”) è una religione monistica, panteistica ed enoteistica originaria della Cina, istituzionalizzatasi come tale all’incirca nel II secolo avanti Cristo, scaturendo da un movimento di pensiero nato dalla combinazione dell’antica filosofia cinese con le opere spirituali di Laozi, una commistione già attiva tra il VII e il V secolo avanti Cristo. Il Taoismo affonda le sue radici nell’antica cultura cinese, proponendosi in differenti forme e caratterizzando l’arte, la vita e la spiritualità dell’Estremo Oriente. Se ne trovano influenze nel Buddhismo cinese, in particolare nel Chan, nella medicina tradizionale cinese, nella politica e nell’estetica. È componente essenziale delle arti marziali ed è venuto a contatto anche con l’Occidente, attraverso temi come l’ambientalismo, l’ecologia e lo sviluppo personale. Il Buddhismo è la disciplina spirituale sorta dall’esperienza mistica vissuta dal personaggio storico di Siddhartha Gautama e che si compendia nei suoi insegnamenti, fondati sulle «Quattro Nobili Verità». Con Buddhismo si indica anche l’insieme di tradizioni, sistemi di pensiero, pratiche e tecniche spirituali, individuali e devozionali che hanno in comune il richiamo agli insegnamenti di Siddhartha Gautama in quanto Buddha; La storia del Buddhismo riporta il suo sviluppo a partire dal VI secolo a.C. soprattutto nell’Asia orientale (India, Tibet, Cina, Corea, Giappone, Indocina), e, dal XX secolo, anche in Europa e Stati Uniti. Siddhartha Gautama, detto Shakyamuni (il saggio della tribù Shakya), visse nell’India del Nord circa tra il 563 a.C. ed il 483 a.C. (studi recenti, successivi agli anni Novanta, propongono come date di nascita e morte del Buddha gli anni 480 a.C. e 400 a.C.). Egli era detto Buddha, ovvero «colui che è risvegliato». Il Buddha nacque durante il viaggio che doveva portare la regina Maya, moglie del nobile guerriero Suddhodana, a partorire il primo figlio nella casa paterna. Ma la tradizione vuole che la giovane non raggiunse mai la casa e partorisse in un boschetto (a Lumbini nel sud del Nepal), mettendo al mondo colui che sarebbe diventato il Buddha. Prima di intraprendere la sua ricerca spirituale, egli viveva nell’agio presso il palazzo del padre. Poco prima di compiere trent’anni il principe uscì dal palazzo e in quattro occasioni diverse vide: un neonato, un malato, un vecchio, e un funerale. Queste esperienze del tutto nuove per lui lo fecero riflettere sulla vita cominciando a elaborare quello che sarà il cardine del pensiero buddista: risolvere le quattro “sofferenze” fondamentali della vita: nascita, malattia, vecchiaia, morte.
Il Cristianesimo è una religione monoteista a carattere universalistico, originatasi nel I secolo dalla religione ebraica, fondata sull’insegnamento di Gesù Cristo ed elaborato nella letteratura neo-testamentaria. Assieme a Ebraismo e Islam, il Cristianesimo viene classificato come religione abramitica. Tra le religioni maggiori è la più diffusa, con circa 2,1 miliardi di fedeli in tutto il mondo. In quanto fede religiosa il Cristianesimo ha i suoi contenuti (dottrina). Questi si basano sulle rivelazioni che, secondo la tradizione, Dio ha fatto al popolo di Israele (tradizione comune anche alla religione ebraica), e sulla predicazione e la dottrina di salvezza di Gesù di Nazaret detto Il Cristo (“Unto di Dio”). Questa tradizione è rispecchiata nella Bibbia (Antico Testamento e Nuovo Testamento), considerato un testo ispirato da Dio, e quindi un testo sacro. Importante anche l’elaborazione teologica dei secoli successivi, presente nella letteratura cristiana e nei Padri della Chiesa. Il Cristianesimo emerse dal Giudaismo nel I secolo. I cristiani assunsero dal giudaismo le sue Sacre Scritture, dottrine fondamentali come il monoteismo, la fede in un Messia o Cristo, forme del culto (incluso il sacerdozio), concetti di luoghi e tempi sacri, l’idea che il culto debba essere modellato secondo il modello celeste, l’uso dei Salmi nelle preghiere comuni. Differentemente dal giudaismo, il Cristianesimo si contraddistingue in particolar modo per una visione meno materialistica e più pauperista della vita.
L’Islam (da pronunciare “Islàm”, che significa sottomissione, abbandono a Dio), è una religione monoteista manifestatasi nella cittadina higiazena di Mecca (Penisola Araba) nel VII secolo in seguito alla predicazione di Maometto (in arabo Muhammad), considerato dai musulmani l’ultimo e definitivo profeta inviato da Dio (in arabo Allah) al mondo intero, cioè a tutti i popoli, incluse le comunità religiose precedenti, di cui peraltro si accettano gli assunti e i profeti (da Adamo a Noè, da Abramo a Mosè, fino a Gesù), sebbene si ritenga che le rispettive religioni istituite da Dio per mezzo di tali profeti siano state alterate dal fluire del tempo e dalla malizia degli uomini. L’Islam, secondo i musulmani, è l’ultima religione celeste istituita da Dio ed è destinata a perdurare, inalterata, fino al Giorno del Giudizio. Essendo universalistica ed egalitaria, la religione islamica tende ad accogliere tutti gli esseri umani, senza distinzioni di sorta. Quali siano stati i modelli religiosi ispiratori è ancora argomento di discussione fra gli storici delle religioni. Se infatti si parla, talora semplicisticamente, di debiti nei confronti del Giudaismo, dello Zoroastrismo, del Cristianesimo orientale e, più ancora, delle comunità ebraico-cristiane attive nella stessa Penisola Araba – debiti per molti versi e in diversa misura del tutto innegabili – non manca però chi sostiene, non senza ragione, l’esistenza di una matrice indigena sud-arabica che affrancherebbe l’Islam da una sorta di tutela puramente allogena. Del resto non sono episodiche le prove, epigrafiche, artistiche (statuaria votiva) e archeologiche, circa l’esistenza di culti monoteistici negli ambienti culturali sud-arabici e il loro lento accostamento a forme sempre più spiccatamente monoteistiche. Assieme a Ebraismo e Cristianesimo, l’Islam viene classificato come religione abramitica.
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