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Società del Bhutan

Religione:
Il Bhutan è l’unico Paese al mondo che ha mantenuto come religione ufficiale il Buddismo Mahayana, nella sua forma Tantrica Vajrayana. E’ una forma religiosa simile al buddismo tibetano, anche se ha un suo insieme di credenze e pratiche uniche.
Le principali scuole religiose sono la Drukpa Kagyue e la Nyingmapa, entrambe appoggiate dallo Stato. La popolazione Bhutanese è molto religiosa e l’importanza del Buddismo è evidente in ogni aspetto della loro vita e monaci, suore e “gomchens” (sacerdoti laici) occupano una posizione di rilievo nella vita pubblica. A capo dell’ordine monastico buddista vi è il Je Khenpo, che viene scelto fra i membri del corpo monastico centrale, detto “Dhratsang”, e confermato dal Re. E’ lo Stato che sovvenziona la religione Buddista, stipendiando direttamente ben 5.000 monaci. Il Bhutan ospita in tutto oltre 525 monasteri del Dhratsang, i “Lhakang”, e 144 di Lama reincarnati, 800 Lhakang di villaggio e altri 500 templi privati.
Prima della diffusione del Buddismo, in Bhutan erano praticate diverse forme di religione animistica (sciamanismo o bonism) ed in alcune zone remote del Paese è ancora possibile incontrare minoranze religiose che portano aventi questi antichi riti e tradizioni. Nel Sud del Paese invece, la fede dominante è quella Hinduista, praticata dalla popolazione di origine nepalese ed indiana.
Lingua:
La lingua nazionale è lo Dzongkha, che letteralmente significa “linguaggio parlato negli Dzongs”, anche se in realtà è la lingua parlata dalle popolazioni del Bhutan Occidentale. Oltre a questa ci sono altre due lingue principali parlate in Bhutan: lo Sharchokpa, dialetto diffuso nel Bhutan orientale, e il Nepali, parlato nel Sud del Paese. Ci sono inoltre una ventina di altri dialetti, sopravvissuti nei villaggi e nelle vallate isolate dalle alte catene montuose.
Sanità:
Negli anni ’50 si è iniziata a diffondere nel Bhutan un tipo di medicina simile a quella occidentale tradizionale. Prima la popolazione si affidava esclusivamente alla ricca medicina indigena (conosciuta come “sowai rigpa”) per trattamenti preventivi e curativi. Sia i rituali buddisti, sia gli shamani dei villaggi giocavano un ruolo fondamentale e la medicina indigena è tuttora fortemente sostenuta al fianco di quella occidentale. Per quanto riguarda il sistema sanitario, negli ultimi anni il Bhutan ha fatto passi da gigante. Circa il 90% della popolazione ha accesso ai servizi sanitari primari, che sono forniti gratuitamente dallo Stato, ed il 78% della popolazione ha accesso ad acqua potabile sicura. L’ultimo decennio ha visto grandi miglioramenti poi nei tassi di mortalità. Le malattie trasmissibili come la diarrea ed il raffreddore comune costituiscono le più alte cause di mortalità, anche se sono in aumento le malattie non trasmissibili.
Educazione:
Il moderno metodo d’istruzione occidentale è stata introdotto in Bhutan solo agli inizi degli anni ’50. Prima di allora era predominante l’educazione monastica trasmessa attraverso la tradizione orale. Il tasso di iscrizione alla scuola ha raggiunto il 72 % mentre il tasso di alfabetizzazione è pari al 54%. Il governo assicura l’istruzione gratuita.
Abbigliamento:
Gli uomini vestono il gho, una veste lunga, tirata su alla vita da una cintura di stoffa (kera), in modo da arrivare all’altezza del ginocchio. Calzettoni di tipo scozzese e di colore scuro o stivaletti fatti a mano, completano il tutto. Le donne indossano un vestito lungo fino alle caviglie chiamato “kira”, che è fatto con stoffe dai colori vivaci, ornate con decorazioni tradizionali e bloccate all’altezza della vita da una cintura ed alle spalle con dei fermagli d’argento. Sopra a questa tunica si indossa una giacca di seta (toego). Questo abbigliamento è obbligatorio per tutti coloro che svolgono lavori in pubblico o statali, secondo quanto previsto dal Driglam Namzha (Codice delle Buone Maniere). Di solito, abiti tradizionali cuciti a macchina sono usati per andare a lavoro mentre, per le occasioni formali più importanti, sono usati vestiti interamente fatti a mano. Nella capitale Thimphu molti giovani rifiutano di indossare il gho o la kera come atto di sfida verso gli obblighi imposti dal regime.
Sport:
Lo sport nazionale bhutanese è il tiro con l’arco (dha). Quando due villaggi o distretti devono competere in una gara di tiro con l’arco, il duello è preceduto da elaborate preparazioni. Vengono consultati addirittura gli astrologhi per valutare il giorno più propizio per disputare la gara e la sequenza di tiri più favorevole per i giocatori. Le competizioni (le maggiori si tengono durante il Losar, l’anno nuovo bhutanese) sono riservate esclusivamente agli uomini e sono usati sia archi d’importazione sia quelli tradizionali di bambù; il bersaglio, lungo 20 cm e alto 60, è di solito collocato a 150 m di distanza dall’arciere. Durante le gare si possono vedere i tiratori più esperti che si tengono vicini al bersaglio ed evitano tranquillamente le frecce piegando la testa o il corpo. Altri sport tradizionali sono il digor, una specie di lancio del peso, le freccette (khuru) e il wrestling.

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