Storia di Israele

Fin dalle origini lo Stato di Israele fu un punto d’incontro di diverse culture: Egitto al sud, Assiria, Mesopotamia. Fino al II millennio a.C era abitato da tribù Cananee. In questo stesso periodo gli Ebrei si stabilirono nella parte meridionale del paese, erano suddivisi in dodici tribù ed erano conosciuti come “i figli di Israele”. Saul fu il primo re a unire le diverse tribù e il suo successore David espanse il suo dominio decretando Gerusalemme come capitale e dotandola di grandiose costruzioni da Salomone. Alla morte di Salomone, però, il regno si divise in due entità autonome: il regno di Giuda e il regno di Israele.

Nel 722 a.C. gli Assiri conquistarono il paese e i membri delle tribù furono mandati in esilio. Gerusalemme venne rasa al suolo e gli abitanti furono deportati a Babilonia, ma in Palestina sopravvisse una componente ebraica. Venne costruito un secondo tempio a Gerusalemme e il popolo ebreo sembrò in parte rifiorire, anche se sottoposto alla dominazione dell’impero Persiano, a cui seguì, durante il periodo ellenistico, la dominazione dei Tolomei e poi dei Seleucidi.

Nel 63 d.C. Israele fu soggetto al dominio dell’Impero Romano. Il cattivo governo dell’imperatore Caligola suscitò la rivolta ebraica, che durò quattro anni e fu sedata con la distruzione del tempio. Dopo un’ulteriore rivolta, la stessa Gerusalemme fu rasa al suolo, sulle sue rovine fu costruita una nuova città, Aelia Capitolina e fu creata la provincia romana di Palestina. Questi eventi condussero al tramonto dello stato ebraico e all’inizio della diaspora: l’emigrazione del popolo ebraico.

Gesù, il fondatore del Cristianesimo nacque in quel periodo, ma solo nel 331 d.C., sotto l’imperatore romano Costantino, la religione Cristiana venne legittimata dall’Impero e da quel momento Israele assunse l’immagine di Terra Santa. L’interesse per la Terra Santa divenne molto forte tanto che furono costruiti numerosi edifici, come la chiesa del Santo Sepolcro, per identificare i siti di maggiore importanza e si trasformò in una meta di pellegrinaggi.

Ma il dominio cristiano su queste terre non fu continuativo. Nel 638 d.C. le forze del Califfo Omar occuparono Gerusalemme, che fu dichiarata “Città santa” dell’islam, perché dal Monte del Tempio, nel cuore della città, Maometto salì al cielo. La reazione della cristianità si fece attendere a lungo e solo nel 1099 fu indetta la prima crociata, che condusse a quasi un secolo di dominio cristiano. In quest’epoca Israele divenne un importante punto strategico e commerciale che univa i mercati della Cina, India, Madagascar e alcuni paesi europei. Nel 1291, la caduta di San Giovanni d’Acri, ultima roccaforte cristiana. I cinque secoli successivi furono tra i più tranquilli della storia d’Israele e il controllo della regione passò di mano in mano con monotona regolarità. L’unico scontro degno di nota avvenne nel 1517, quando i turchi sottrassero Gerusalemme ai mamelucchi, e Solimano il Magnifico fece ricostruire le mura della città.

Dopo secoli di diaspora tra le diverse etnie, nel XIX secolo il progressivo indebolimento dell’Impero Ottomano portò le potenze europee a guardare con nuovo interesse verso Israele. La Gran Bretagna aprì un consolato a Gerusalemme e nel 1839 Sir Moses Montefiore, un ebreo inglese, iniziò a promuovere l’idea di uno stato ebraico. Nel 1878 fu fondata la prima colonia ebraica, sull’onda della Aliyah, il movimento di emigrazione degli ebrei verso la Palestina. Nelle persecuzioni che avvenivano in Europa, in particolare in Russia, il popolo ebraico migrava sempre più in massa verso Israele. Durante la Prima Guerra Mondiale, la Gran Bretagna promise agli arabi il riconoscimento di uno stato arabo e agli ebrei quello di un territorio ebraico in Palestina. Al termine del conflitto, gli inglesi dominavano il territorio, e, con l’Europa che si avviava verso un secondo conflitto di portata mondiale, cercarono di instaurare una politica di tolleranza tra le diverse religioni, arrestando l’emigrazione verso Israele. Tuttavia emigranti clandestini continuarono ad arrivare provocando una violenta reazione da parte degli arabi, che sfociò nel 1947, quando la Gran Bretagna rinunciò al proprio mandato di governo del territorio, e una risoluzione condusse alla spartizione dello stesso tra arabi ed ebrei.

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, il 14 maggio 1948, fu fondato lo Stato di Israele.

Israele è un luogo dove il concetto di “cultura” assume differenti significati e valenze di straordinaria ampiezza. La Palestina e il suo popolo sono accomunati da un destino che tocca da sempre questa terra, un destino in cui hanno prevalso il perpetuo movimento, il viaggio, il ritorno. In questo “centro del mondo” sono nate e si sono sviluppate civiltà, religioni, lingue che hanno reso il popolo ebreo estremamente ricco. Infatti la peculiarità che rende unica la terra israeliana è l’eredità culturale che ha assorbito nel tempo dalle nazioni che vi hanno vissuto e che hanno portato con sé parte della loro storia. Il risultato di questa eredità è uno scenario in cui si intersecano costumi, stili di vita, modelli e tradizioni artistiche, letterarie, musicali e da cui scaturisce una vita culturale multiforme e un’ampia apertura mentale. Non a caso nella Dichiarazione d’Indipendenza dello Stato di Israele, viene specificato che il Paese è aperto all’accoglienza di tutti gli esiliati provenienti da ogni dove, e che è fondato su principi di libertà, giustizia e pace, difendendo la sacralità dei luoghi di ogni religione.

Ad oggi la forma di governo dello Stato di Israele è la Repubblica Parlamentare.

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