Storia Indiana

 

Si ritiene che la nascita delle prime forme di civiltà urbana avvengano nella Valle dell’Indo (tra Pakistan e India) intorno al 3500-2500 a.C., i primi abitanti erano tribù nomadi di agricoltori e allevatori. Nel millennio successivo gli insediamenti occupano parti del Rajasthan, il Gujarat e la Provincia del Sindh (oggi in Pakistan) dove nascono le città di Harappa e Moenjodaro. Il 1700 a.C. segna la fine della civiltà dell’Indo, in parte per fattori naturali (inondazioni dovute a sommovimenti tettonici), in parte per l’inizio delle incursioni di tribù guerriere dal nord-ovest, tra cui quelle degli Arya, provenienti dalla regione del Caspio. La storia più recente dell’India si può dividere in 5 periodi principali: Periodo Hindu (500 a.C.-1192 d.C.), Periodo Musulmano (1192-1707), Periodo di Transizione (1707-1803), Periodo Inglese (1803-1947), Periodo dell’Indipendenza o dell’Unione Indiana (dal 1947).

In questi anni (563-483 a.C.) visse Siddhartha Gautama, il fondatore del buddismo, che raggiunse l’illuminazione sotto un baniano (albero della famiglia dei fichi, con radici aeree che pendono dai rami e scendono nel terreno dando origine a nuovi alberi in un circolo sempre crescente) trasformandosi così nel Buddha. Nel periodo hindu, la civiltà indiana si centralizza nel bassopiano del Gange. Nel 518 a.C., i Persiani si prendono la valle dell’Indo e, in seguito, arriva Alessandro Magno, che cerca di fondere la civiltà Orientale con quella Occidentale (327-325a.C.). In seguito l’India viene governata dalla dinastia dei Mauraya, del re Chandragupta Maurya, a cui succede la Dinastia Hindu dei Sunga (circa 187-60 a.C.), ed è in questo tempo, in cui l’Induismo è la linea principale, che si diffonde sia la cultura indiana sia il Buddhismo in tutto il bacino del Tarim, in Cina, Corea e Giappone.

Dal 319 al 510 d.C., è l’epoca d’oro della Dinastia Gupta, protagonista del secondo grande impero dopo quello dei Maurya, inizia così il periodo classico delle lettere e delle arti indiane e dell’ultimo tentativo di unificare gli hindu. Infatti, a partire dall’VIII secolo si formano vari imperi, spesso in lotta tra loro. Nel 610 d.C. il profeta Maometto fonda le basi dell’Islam ed esorta gli abitanti a seguire la nuova religione. La sua parola riscuote una grande approvazione. Dopo il 1.000 i musulmani spingono verso i confini, e, verso il XII sec., piegati i Rajput, gli invasori danno il via a una nuova epoca nella storia dell’India. Il dominio islamico, dura parecchi secoli, e vede il susseguirsi di varie dinastie. La divisione verso la fine del XIV sec. consente l’invasione dello spietato Tamerlano (1398). In seguito, il suo discendente Baber, batte Panipat, sultano di Delhi, fonda il Regno Moghul. Nel 1498 d.C. il navigatore portoghese Vasco da Gama scopre la rotta che dall’Europa conduce in India. Approda in quello che è l’attuale Kerala e avvia i primi commerci con la nobiltà locale.

Sotto Akbar (1556-1605), uno dei più eccezionali personaggi della storia d’Asia, patrono delle arti, sovrano tollerante e aperto verso ogni tipo di espressione culturale e religiosa, il regno ingloba non solo l’India settentrionale ma anche parte dell’Afghanistan e del Deccan. Akbar darà una coscienza di nazionalità indiana sormontando l’integralismo islamico.
Nel 1707 d.C. la scomparsa dell’imperatore Aurangzeb dà inizio a una fase di rivolte che porteranno al graduale crollo dell’Impero Moghul. Nei secoli XVI e XVII arrivano le prime sporadiche presenze europee, prima portoghese e olandese, e poi francese e inglese. Nel 1757 la Compagnia Britannica delle Indie Orientali registra la sua prima vittoria militare nella Battaglia di Plassey (tra Calcutta e Murshidabad). La concorrenza fra le compagnie europee, olandesi, francesi e inglesi, delle Indie Orientali, determinano il fallimento dell’indipendenza del Paese. Il 1857 è l’anno della prima guerra d’indipendenza contro gli Inglesi, l’anno successivo la Compagnia delle Indie Orientali consegna ufficialmente il potere alla Corona, inaugurando il cosiddetto Raj britannico che durerà fino al 1947, anno in cui Mahatma Gandhi grazie alla sua nuova forma di lotta non violenta, basata sulla disobbedienza civile, porta tutta l’India all’indipendenza.

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