Storia Vietnamita

Se le leggende vietnamite fanno risalire la storia del Vietnam a oltre 4.000 anni fa, le uniche fonti certe datano le sue origini a 2.700 anni fa. Dal I° al VI° secolo d.C. il Sud del Vietnam fece parte del Regno di Funan e subì l’influenza della cultura indiana. La zona del delta del Fiume Rosso era stata invece conquistata dai cinesi nel II° secolo, che qui restarono per quasi 1.000 anni. Il Vietnam riguadagnò l’indipendenza nel 939 d.C. e l’autonomia completa solo un secolo più tardi, dopo la vittoria dell’esercito di Ngo Quyen presso il Fiume Bach Dang nel 938 d.C.
Per gran parte della sua storia il Vietnam rimase comunque uno stato vassallo della Cina, riuscendo però, sotto la guida della dinastia Tr’n e del condottiero Tran Quoc Tuan, a respingere per tre volte l’invasione dei Mongoli nel 1258, 1285 e 1288, durante la Dinastia Yuan, nella stessa epoca in cui anche la Cina si trovava sotto la dominazione mongola.
Queste vittorie lasciarono presagire non solo l’inizio del declino dell’Impero Mongolo, ma soprattutto l’ascesa di una potenza regionale del Vietnam (Dai -“grande”- Viet era il nome del paese dal XI° al XVIII° sec.). Questa non solo contrastò diplomaticamente e, quando fu necessario, anche militarmente le mire espansionistiche della Cina, ma continuerà la sua espansione verso sud, fino ai regni di Cham Pa e del Siam, che all’epoca comprendevano la Thailandia, la Cambogia e la parte meridionale del Vietnam attuale).
A metà del XIX° secolo però, il Vietnam perse di nuovo la sua autonomia. Nel 1858 infatti, truppe francesi e spagnole attaccarono Danang dopo che erano stati uccisi alcuni missionari, e un anno dopo si impadronirono di Saigon. Alla fine del 1867 la Francia aveva conquistato l’intero Vietnam del Sud, che divenne la colonia denominata Cocincina.
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, il Giappone occupò il Vietnam e l’unica formazione politica che riuscirà ad opporre un’energica resistenza agli occupanti sarà quella comunista guidata da Ho Chi Min. A fine guerra, nel 1945, il leader del partito comunista vietnamita, dichiarando nullo il trattato di protettorato siglato nel 1883 con la Francia, proclamò l’indipendenza del Paese. L’intervento militare francese per ripristinare il controllo sul Paese, aprì poi un lungo conflitto (Guerra d’Indocina) che si concluse con la sconfitta militare francese a Dien Bien Phu nel maggio del 1954.
Gli Accordi di Ginevra stabilirono una momentanea divisione del Paese in due, segnata dal fiume Ban Hai. Questa linea di demarcazione non separava però semplicemente due circoscrizioni amministrative, ma due realtà antagoniste per ideologia politica e programmi sociali: a Nord il comunismo di Ho Chi Min, appoggiato dalla Repubblica Popolare Cinese e dall’Unione Sovietica, a Sud il regime conservatore dell’imperatore Bao Dai e del suo primo ministro Ngo Dinh Diem, sostenuto dagli Stati Uniti USA (che si attenevano alla strategia del “contenimento del comunismo”), Australia e altri Paesi Occidentali. Due anni più tardi, nel 1956, una consultazione elettorale congiunta avrebbe dovuto riunificare il Paese, ma Ngo Dihn Diem, rifiutandosi di tenere libere elezioni, fece della linea di Ben Hai il confine definitivo tra il Vietnam del Sud e quello del Nord.
Le divisioni politiche e ideologiche portarono però rapidamente il Vietnam a una nuova guerra. Nel 1960 il Fronte per la Liberazione Nazionale e i guerriglieri facenti riferimento al Partito Comunista, si unirono in un’unica formazione politica, i Viet Cong, con lo scopo di combattere Diem. Nel 1963 Diem venne assassinato e le truppe di Hanoi iniziarono ad infiltrarsi nel Sud del Paese. Nel 1965 il regime di Saigon versava in una situazione disperata ed è in questo contesto che gli stessi americani, in quel momento di stanza in Sud Corea, Nuova Zelanda, Thailandia e Australia, decisero di intervenire con contingenti propri e alleati. La pace di Parigi del 27 gennaio 1973 sancì un immediato cessate il fuoco, il rilascio dei prigionieri di guerra e la sovranità di entrambi gli Stati. Tuttavia, nel gennaio 1974, le ostilità ripresero e, in questa occasione, gli Stati Uniti non intervennero in base a quanto stabilito dalla War Powers Resolution. Saigon capitolò di fronte alle forze filocomuniste solo il 30 aprile 1975. Un anno dopo, il Vietnam fu ufficialmente riunificato sotto il controllo del governo del Nord con il nome di “Repubblica Socialista del Vietnam”.
Ebbe così inizio un periodo molto duro per il Paese. Ai vietnamiti del Sud, ritenuti collaborazionisti degli americani, i viet cong non risparmiarono nulla, dando così origine ad un’ondata migratoria senza equiparazioni nel sud-est asiatico. Nel 1979, il Vietnam invase la Cambogia e depose il dittatore Pol Pot, ridando stabilità al vicino paese. Tuttavia, un solo mese dopo, fu il Vietnam stesso a subire il tentativo di invasione da parte della Cina. La guerra sino-vietnamita durò solo 17 giorni, ma questi furono sufficienti a creare una pesante atmosfera di diffidenza tra i due Paesi.
La fine della guerra fredda e la disgregazione dell’Unione Sovietica nel 1991 portarono a un riavvicinamento tra il Vietnam e l’Occidente, con l’apertura agli investimenti stranieri e la partecipazione all’ASEAN.. Nel 1995 anche gli USA rinunciarono alla loro politica di intransigenza e riallacciarono le relazioni diplomatiche con Hanoi, anche se la collaborazione ha mostrato la sua debolezza quando Hanoi ha rifiutato di firmare accordi commerciali con gli USA nel 1999.
Solo nel 2001 l’Assemblea Nazionale ha approvato un accordo commerciale che ha aperto il mercato statunitense ai beni e ai servizi vietnamiti ed ha dunque portato ad un incremento delle esportazioni, soprattutto nel settore tessile-abbigliamento. Negli ultimi anni, il Vietnam ha attraversato dunque un importante periodo di transizione, reso ancora più difficoltoso da alcuni gravi avvenimenti, quali la crisi del sud est asiatico nel 1997, la SARS nel 2003, e ancora l’influenza aviaria nel 2004-2005, che hanno inciso negativamente sull’economia del Paese, in particolare nel settore del turismo. Ciò nonostante negli anni recenti il Paese è riuscito a sviluppare il settore del commercio, ad attirare investimenti esteri e a guadagnarsi l’entrata nel WTO.

 

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