Ambiente:
Il territorio del Tibet è veramente unico al mondo, con un ecosistema essenziale per l’Asia, il cui millenario equilibrio è da sempre stato riconducibile alla scarsa densità demografica, ma soprattutto alla religione buddhista, i cui dettami comprendono l’osservanza di uno stile di vita in totale armonia con la natura circostante.
A causa della natura del suo territorio, in cui si trovano le montagne più alte del mondo, con ben 14 cime che si ergono al di sopra degli 8.000 mt tra cui il celebre Monte Everest, (di 8.848 mt.), il Tibet è da sempre conosciuto come il Tetto del Mondo. Esso rappresenta poi il più grande serbatoio di acqua dell’Asia, da cui nascono alcuni dei più grandi fiumi del continente. Tra i tanti, ricordiamo il Brahmaputra, l’Indo, il Mekong, lo Yangtse e il Fiume Giallo.
Visto lo stretto controllo delle informazioni mantenuto dal governo cinese, non si riescono però ad avere dati precisi sulle condizioni ambientali attuali, anche se il Dalai Lama denuncia la progressiva distruzione dell’ambiente tibetano da parte dell’esercito cinese.
Fauna:
La fauna del Tibet è composita e comprende circa 118 specie di mammiferi, 500 di volatili, 49 di rettili e 61 di pesci. Tra i mammiferi si possono citare il mosco, la pecora e la capra selvatica, l’asino, lo yak e l’antilope tibetana, comuni nelle zone montuose, oltre al leopardo, la tigre, il lupo, la volpe e diverse specie di scimmie. Fra gli uccelli si contano il fischione, il gabbiano e l’alzavola, specie acquatiche, oltre al fagiano e al gallo cedrone. Tra i pesci possiamo invece nominare cigni selvatici, martin pescatore, oche e anatre.
Tra questi animali, molti costituiscono specie endemiche o a rischio d’estinzione, quali ad esempio il leopardo delle nevi, l’orso nero himalayano, il burdocade tibetano (un ruminante tipico), il cervo muschiato, la lepre dell’Himalaya, il panda gigante, il panda rosso, la scimmia dorata, la gru dal collo nero e molti altri ancora.
Flora:
La vegetazione dell’Altopiano Settentrionale è estremamente rada, limitata a piante erbacee e arbusti, mentre nelle estreme regioni orientali e occidentali crescono fitti boschi. La flora è tuttavia concentrata nelle vallate dei fiumi Brahmaputra, Indo e Sutlej, dove crescono foreste millenarie di conifere, querce e betulle.
In Tibet complessivamente sono dunque presenti più di 10.000 specie di piante, alcune delle quali rare ed endemiche. In particolare esistono 2.000 varietà di piante medicinali (tra cui lo zafferano, il rabarbaro di montagna, l’elleboro, la serratula alpina himalayana e il rododendro) usate non solo in Tibet, ma anche in India e in Cina, per preparare i medicamenti secondo i sistemi tradizionali.
Problemi ambientali:
Malgrado le raccomandazioni internazionali, che classificano come protette una trentina di specie autoctone tibetane, la caccia all’interno del Paese è stata autorizzata per tutte le specie ed è diventata uno sport molto diffuso tra i cinesi. Interi corsi d’acqua sono stati deviati dal loro corso originario e sono state costruite dighe e centrali idroelettriche per fornire elettricità alla Cina. In più, in nome dello sviluppo, è in atto una massiccia e drammatica deforestazione del Tibet, che vede il taglio indiscriminato delle piante secolari che costituiscono le ricche foreste del territorio tibetano. Il rimboschimento è invece minimo e spesso senza successo. Infine esistono seri problemi legati alla nuclearizzazione: il rapporto ‘nuclear Tibet’ pubblicato dall’International Campaign for Tibet, testimonia della presenza di una città scientifica, che sarebbe stata utilizzata come deposito di rifiuti radioattivi e sito di esperimenti con l’atomica