Nonostante la decisa crescita del PIL (oltre 6% nel 2006) e la riduzione dello squilibrio nella bilancia commerciale, il Bangladesh versa ancora in condizioni di estrema povertà, e si affida in gran parte agli aiuti internazionali e alle rimesse degli emigrati.
Il PIL ammonta infatti a 94.507 ml $ USA e permette un valore pro capite di appena 574 $ USA (2009), tra i più bassi di tutta l’Asia. Due terzi della popolazione attiva sono occupati in agricoltura, e agricole sono in assoluta prevalenza le risorse del Paese, sia quelle direttamente destinate all’alimentazione (riso), sia quelle lavorate dall’industria tessile (cotone, iuta), zuccheriera e del tabacco. La produzione agricola, tuttavia, sfavorita dall’irregolarità delle precipitazioni e dalla frammentazione delle proprietà, non è in grado di soddisfare la richiesta interna.
Il settore dei servizi è quello che ha registrato la crescita più consistente: da esso proviene quasi la metà del PIL, anche se occupa solo una minima parte della forza lavoro.
Dalla Thailandia al Brasile passando per la Nuova Zelanda alla ricerca della pace interiore – di Lucia Pezzolesi
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