Mandalay
Capitale culturale e religiosa della zona settentrionale del Paese, posta lungo le sponde del fiume Irrawaddy, Mandalay un tempo era conosciuta come la “città d’oro” del re Mindon, l’ultimo regnante birmano prima dell’occupazione britannica.
Molte sono le attrattive artistiche ed architettoniche della città, nonostante i danni subito durante l’assedio britannico e la Seconda Guerra Mondiale. Uno dei luoghi più interessanti è la Collina di Mandalay, famosa collina da cui la città prende il nome, caratterizzata da scalinate a spirale e splendidi templi, che offre un’ottima vista panoramica sulla città e sul fiume. Questa collina è considerata da secoli come una zona sacra, meta di antichi pellegrinaggi, in quanto, secondo una leggenda, essa fu visitata dal Buddha, il quale avrebbe profetizzato che qui sarebbe sorta una grande città (il re Mindon, in occasione del 2400esimo giubileo del Buddha nel 1858, volle seguire tale profezia e avvio dunque la costruzione della città).
Molto importante sono poi lo Shwenandaw Kyaung, tradizionale monastero birmano in legno, unico edificio sopravvissuto dell’antico e lussuoso palazzo reale, la Pagoda Mahamuni, al cui interno si trova un’antica statua del Buddha, ricoperta da una miriade di foglie d’oro, e la Kathodaw Paya, conosciuta anche come il libro più grande al mondo. Tutti i 15 libri che formano il “tripitaka” (il canone buddista) sono infatti incisi su 738 tavole di marmo poste all’interno di altrettante pagode in miniatura dipinte con un abbagliante bianco.
Nelle vicinanze di Mandalay sorgono 4 antiche città molto suggestive. Mingun, raggiungibile con un’incantevole navigazione in barca da cui si può ammirare il panorama fluviale, è conosciuta per la sua maestosa Pagoda Mingun, rimasta incompiuta e danneggiata da un terremoto nel 1938. Una volta ultimata avrebbe dovuto raggiungere i 150 metri d’altezza. Sempre a Mingun si trova quella che è considerata la più grande campana sospesa al mondo, realizzata in bronzo e pesante più di 90 tonnellate.
Seguendo il corso del fiume, s’incontra poi Amarapura, una piacevole cittadina sulle rive di un lago, che si distingue per il ponte pedonale U Bein, lungo 1,2 km ed interamente realizzato in legno di tek. Interessante anche il monastero Bagaya Kyaung, anch’esso di legno.
Si arriva poi alla città di Inwa, capitale del regno birmano per quasi 400 anni, oggi un insieme di caratteristici villaggi dai tetti di paglia. Qui si trovano i resti delle imponenti mura e di altri monumenti dell’antica capitale, come la Torre di Guardia, meglio nota come Torre Pendente, per la sua inclinazione. Infine, collegata ad Inwa da un imponente ponte in ferro costruito durante la dominazione britannica, si trova Sagaing. Questa città è un importante centro religioso, vera e propria città santa che ospita numerosi monasteri, con più di 6000 monaci.