Borobudur è un tempio buddista risalente circa all’800 d.C., situato in Indonesia (più precisamente nella parte centrale dell’isola di Giava a circa 42 chilometri da Yogyakarta) e fa parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO.
È stato oggetto di paragone con altre opere colossali dell’antichità (ad esempio le Piramidi di Giza); ha infatti una base di 123 x 123 metri ed un’altezza di 35 metri, poggia su circa 1.600.000 colossali blocchi di pietra e le sue pareti sono ricoperte da 2.672 bassorilievi (per una lunghezza complessiva che supera i 5 km e una superficie che arriva agli 8 km²) di cui più di 1.400 narranti storie riguardanti Budda e da 504 statue diverse dedicate a quest’ultimo.
L’edificio, rappresenta il monumento più visitato di tutta l’Indonesia ed ha una linea quadrata divisa in gradini che lo fa apparire come una montagna; nella vista dall’alto si nota proprio la complessità della sua pianta e della sua struttura architettonica.
È costituito da 10 terrazze (corrispondenti alle 10 fasi del cammino spirituale verso la perfezione), le quali sono a loro volta divise in tre gruppi.
In buona sostanza, il devoto buddista, una volta giunto in questo luogo, cominciava un percorso di meditazione, che lo portava a poco a poco a purificarsi dalla mondanità, fino a raggiungere la totale liberazione dalla sofferenza, ovvero il nirvana, rappresentato dalla sommità del monumento.
La costruzione cominciò all’incirca nell’800 d.C., si suppone in un periodo tra il 750 e l’830 e venne commissionata dalla dinastia regnante in quel momento, i Sailendra, all’apice del loro splendore e potere.
Non si sa comunque con precisione se la costruzione iniziò ad opera di sovrani induisti o buddisti.
La scelta del luogo fu inoltre attentamente studiata, in quanto la piana in cui si erge ricordava contemporaneamente diversi luoghi sacri per la popolazione, infatti poco lontano dal tempio si può trovare una confluenza di due fiumi che ricorda quella dei fiumi Gange e Yumna e sullo sfondo del paesaggio si può notare anche una catena montuosa che ha alcuni tratti concordanti con il profilo dell’Himalaya, una cima sacra anch’essa per molte culture asiatiche.
L’architetto che la progettò fu Gunadharma, il quale venne assistito da alcuni monaci particolarmente abili, provenienti da tutte le parti del mondo, il monumento risente infatti di influenze indiane, persiane e anche babilonesi; richiese la manodopera di più di 10.000 persone per circa 75 anni e finì poco prima della fine della dinastia ad opera di Mataram.
Dopo la fine della dinastia dei Sailendra, i nuovi regnanti mantennero questa costruzione e ne edificarono altre simili nei paraggi (i famosi templi di Prambanan).
L’attività di questo tempio però durò poco perché una serie di cataclismi naturali costrinse i residenti ad abbandonare la zona, in seguito ad una eruzione vulcanica (si suppone poco dopo l’anno mille), infatti il tempio venne completamente sommerso dai detriti, su cui in seguito crebbe una vegetazione.
Durante il XV secolo la popolazione era in maggior parte di culto islamico e quindi nessuno più era interessato a questo colossale luogo di culto al punto che se ne perse anche la memoria e rimase solo nelle tradizioni popolari.
Nell’ottocento, l’isola si trovò sotto il potere degli inglesi, i quali decisero di ingaggiare un ricercatore olandese di nome Cornellius, con il compito di ritrovare questo tempio.
Cornellius e i suoi 200 uomini, impiegarono due mesi di intensi lavori (scavi e deforestamento), ma alla fine trovarono ciò che stavano cercando nei pressi del villaggio di Bumisegoro e i lavori finirono verso la metà del secolo.
Dopo un lungo restauro oggi Borobudur è meta di credenti e di turisti.
Recentemente (27 maggio 2006) un terremoto di magnitudo 6,2 ha colpito la zona ma il monumento è rimasto quasi miracolosamente illeso.
Un luogo consigliato!
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