Cultura del Laos

Un azzeccato aforisma coniato dai francesi, recita che i vietnamiti piantano il riso, i cambogiani lo osservano crescere e i laotiani lo ascoltano. C’è molto di vero: il Laos non è solo una terra di grande bellezza naturalistica, di stupa e pagode, arricchito da una splendida città quale Louang Prabang, non per errore tutelata dall’Unesco e sarebbe già più che sufficiente per motivare un viaggio. Il Laos è soprattutto una terra di grande pace e serenità, dove i ritmi sono assopiti, la disponibilità delle persone è massima, le auto ronzano non superando i 30-40 km/h, la gentilezza e il rispetto nei confronti dell’altro sono connaturati al modus vivendi dei laotiani, sicuramente influenzati da una religiosità non bigotta né esibita, ma profonda.
Religione:
Circa il 60% della popolazione, prevalentemente i Lao Loum e alcune tribù thai, pratica il buddismo theravada. Il buddismo fu introdotto a Luang Prabang alla fine del XIII°sec.. Fu dichiarata religione di stato dal primo regnante dei Lan Xang, Fa Ngum, che portò con sé la statua dorata del Buddha Pra Bang, e nel XVII° sec. l’insegnamento del buddismo fu introdotto nelle scuole. È previsto che tutti i laotiani buddhisti di sesso maschile siano monaci per una breve parte della loro vita, di solito nel periodo compreso tra la fine della carriera scolastica e l’inizio del lavoro o il matrimonio. Gli uomini sotto i 20 anni diventano novizi. Tradizionalmente il tempo trascorso nel Tempio è di circa 3 mesi, meglio se durante la quaresima buddista che inizia ad Agosto. In molti però trascorrono molti anni nel Sangha, per approfondire la loro conoscenza religiosa, studiando il linguaggio Pali, in cui sono scritti tutti i testi Theravada. Anche le donne possono fare la loro pratica buddista nel tempio come suore, con le teste rasate e vestiti bianchi.
La principale ‘religione’ non buddista è il phii, il culto degli spiriti guardiani, antecedente il buddismo, la cui pratica è però ufficialmente vietata. Le tribù Hmong-Mien praticano invece l’animismo e il culto degli antenati; una piccola minoranza di laotiani, composta principalmente dall’élite che studia nelle scuole francesi, è infine di fede cristiana.
Chiunque nel Laos può liberamente organizzare il Su Khuan, ossia la cerimonia Baci, che significa “buona fortuna”, celebrata nelle occasioni auspicali, come matrimoni, nascite, guarigioni, partenze…  Durante questa cerimonia 32 spiriti benigni vengono legati agli ospiti d’onore attraverso una corda bianca annodata alla mano, simbolo di buona salute, prosperità e felicità. Per ottenere il massimo beneficio queste corde devono avere tre nodi. Inoltre non devono essere mai tolte prima di tre giorni dalla cerimonia e non devono mai essere tagliate. Al centro di questo rito c’è poi il pha khouan,un tavolo creato con foglie intrecciate di banano e ricoperto da fiori e cibi simbolici. I più comuni sono le uova e il riso, che simbolizzano fertilità e fecondità.
Istruzione:
Tutti i bambini laotiani, una volta raggiunti i sei anni devono frequentare la scuola elementare, seguita poi da sei anni di scuola superiore e tre anni di college o eventualmente 5-6 anni di università. In realtà però solo il 70% dei bambini si iscrivono alla scuola elementare e in alcune zone rurali non si può andare oltre questi primi studi perché le scuole superiori non esistono o sono troppo lontane.
Di solito, per raggiungere un livello d’istruzione più elevato, i laotiani vanno all’estero. Un’università nazionale era stata costituita negli anni settanta, ma è stata poi smantellata dalla rivoluzione e ristabilita solo nel decennio scorso.
Circa il 23% della popolazione sopra i 15 anni, ancora oggi, non sa leggere e scrivere.
Abbigliamento:
Prima della rivoluzione, alcuni vestiti erano riservati al re ed alla sua corte. I vestiti formali per tutti gli altri gruppi imitavano perciò lo stile della corte e prevedevano il sampot per gli uomini e il sinh per le donne. Il sampot è un vestito tradizionale, in cui un angolo è infilato tra le gambe e rimboccato sulla schiena, formando quindi una specie di voluminosi pantaloni corti. Il sinh è invece una lunga gonna tradizionale, fatta di cotone e con un grande ed elaborato ricamo all’altezza dei piedi.
Musica:
La musica tradizionale laotiana è indigena e ha come elemento principale il khen, uno strumento a fiato composto da una doppia fila di canne di bambù inserite in una cassa di risonanza di legno duro. Sovente la musica è accompagnata dalla danza o da rappresentazioni teatrali nelle quali si utilizza un linguaggio molto colloquiale, a volte anche triviale.
Il Lam Wong è la danza folcloristica nazionale, dove le persone danzano in circolo, formando di volta in volta tre diversi cerchi: uno ballato solo dai singoli, uno dalle coppie e l’ultimo da tutti i festeggianti.
Famiglia:
Di solito i laotiani hanno una grande libertà nella scelta del compagno, sebbene vi sia una certa preferenza per i cugini. I genitori possono proporre una sposa potenziale e devono essere consultati sulla persona scelta. E’ fatto poi un pagamento (una specie di prezzo della sposa) il cui valore varia considerevolmente da persona a persona. Di solito il matrimonio viene celebrato nella casa della sposa e al centro del rito c’è una cerimonia di richiamo degli spiriti. Il divorzio può essere richiesto da entrambe le parti e non è insolito.
Di solito la tradizione laotiana prevede la residenza matriarcale: la casa principale è perciò il centro di un gruppo di donne imparentate. La figlia maggiore e suo marito vanno a vivere nella casa di lei e la lasciano solo dopo il matrimonio della sorella successiva, cercando però di rimanere vicini. La casa principale è ereditata dalla sorella minore, che è anche responsabile per la cura dei genitori anziani.
I bambini sono costantemente sotto la cura della madre, che gli dà da mangiare a richiesta. La separazione, con bambini, è vietata ed è anche scoraggiato gridare. Di solito tutta la famiglia dorme insieme finchè i bambini non raggiungono la pubertà.

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