L’agricoltura lo sappiamo tutti, richiede esperienza, tempo e soprattutto terreni adatti che ne permettano la buona riuscita.

Alcune volte però accade che anche ambienti naturali non proprio consoni alle coltivazioni, riescono lo stesso a dare frutti.

In questi casi si parla di un’agricoltura eroica; ad esempio ciò si riscontra nei vigneti in montagna o nelle piantagioni del deserto.

È chiaro infatti, come in quest’ultimo caso, il calore intenso associato a scarsità d’acqua, non possono fare altro che ostacolare qualsiasi crescita vegetale.

Ma nonostante questi disagi evidenti di base, l’agricoltura di aree desertiche rappresenta un settore in espansione, per via degli investimenti che si stanno indirizzando a tale scopo.

La Giordania è uno dei paesi che sta facendo molto in quest’ottica, attraverso un progetto denominato “Sahara Forest Project”.

Il progetto in questione è stato voluto e finanziato dal re giordano Abdullah II e dal principe norvegese Haakon, con lo scopo di realizzare coltivazioni nel deserto della Giordania, dove le temperature medie sfiorano i 40 gradi e non piove quasi mai.

Le operazioni sono state avviate già nel 2008 e sono ancora in una fase di sviluppo e di verifica.

Gli ingegneri coinvolti nel progetto, hanno lavorato in modo da sfruttare al massimo le poche risorse messe a disposizione dall’ambiente stesso.

Hanno così ideato dapprima delle serre dotate di tecnologia avanzata, che all’interno possiedono delle postazioni per controllare le piante, poi a seguito di analisi termiche svolte nella zona, si è arrivati ad una soluzione intelligente per fornire umidità alle coltivazioni.

In poche parole, gli ingegneri sono riusciti a convogliare l’aria arida del deserto su dei cuscinetti di acqua marina che permettono di raffreddarla e quindi di renderla umida, in modo tale da farla così defluire nelle serre.

Invece per procurare scorte di acqua dolce che è necessaria per irrigare le piante, si è pensato di sfruttare l’evaporazione dell’acqua salata e anche di utilizzare dei particolari impianti di raccolta dell’umidità notturna, che poi viene trasformata in acqua dolce.

L’energia impiegata per alimentare il tutto sarà in seguito una torre rivestita di pannelli solari, che permetterà fra l’altro di ottenere acqua dolce, riscaldando quella marina.

Attualmente si coltivano solo cetrioli, perché attecchiscono facilmente, ma è chiaro che si sta lavorando per inserire nuove coltivazioni nei prossimi anni.

Dobbiamo pensare che, se oggi la superficie coltivata corrisponde a circa 3 ettari e produce 130 tonnellate di vegetali, in futuro gli ettari diverranno 200 con una produzione che toccherà circa le 34.000 tonnellate.

Inoltre si realizzeranno almeno 800 posti di lavoro e tutto questo ovviamente darà un contributo importantissimo all’alimentazione degli abitanti del territorio, che purtroppo ancora oggi molte delle volte muoiono per mancanza di nutrimento.

Quindi dobbiamo fare in modo che progetti di questa natura, vengano sponsorizzati e finanziati massicciamente per ampliarli sempre più e prevenire così il rischio di carestie e mancanza di cibo.

 

 

 

 

 

 

 

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