Il monastero di Jvari o monastero della Croce, è un monastero ortodosso della città di Mtskheta, in Georgia.
Si trova in una posizione suggestiva, sulla cima di una montagna nei pressi della confluenza dei fiumi Mt’k’vari e Aragvi.
Nel 1994 è stato incluso nella lista dei patrimoni dell’umanità UNESCO insieme agli altri monumenti storici di Mtskheta.
In questo luogo, secondo le fonti georgiane tradizionali, all’inizio del IV secolo Santa Cristiana, evangelizzatrice della Georgia, eresse una grande croce di legno su quello che allora era il sito di un tempio pagano.
La croce era ritenuta miracolosa e quindi attirò numerosi pellegrini provenienti da ogni parte del Caucaso.
Una piccola chiesa fu eretta sui resti della croce di legno nel 545 circa, chiamata “piccola chiesa di Jvari”.
L’edificio attuale, chiamato anche “grande chiesa di Jvari”, invece si ritiene essere stato costruito generalmente tra il 586 ed il 605, su iniziativa del principe d’Iberia Stefano I.
Questa teoria si basa su un’epigrafe della facciata che fa riferimento ai tre principali costruttori della chiesa: Stefano il patrizio, Demetrio l’ipato ed Ardanase l’ipato.
Lo studioso Cyril Toumanoff dissentì da tale impostazione, identificando i tre personaggi in Stefano II, Demetrio (fratello di Stefano I) ed Ardanase II (figlio di Stefano II).
L’importanza del complesso monastico crebbe nel corso del tempo, attirando sempre più pellegrini.
Nel Basso Medioevo la struttura fu fortificata con un muro ed una porta, di cui sono sopravvissuti solo alcuni resti.
Durante il periodo sovietico la chiesa fu inoltre preservata come monumento nazionale, ma l’accesso ad essa fu reso difficoltoso dalle misure di sicurezza previste a causa della presenza di una vicina base militare.
Dopo l’ottenimento dell’indipendenza da parte della Georgia il monastero poté finalmente tornare ad essere utilizzato per fini religiosi.
L’edificio è un antico esempio di tetraconch, cioè un edificio religioso formato da quattro absidi, una per ogni direzione e normalmente di uguali dimensioni.
Questo dettaglio è tipico dell’architettura bizantina e in quello dell’Albania e dell’Armenia.
La grande chiesa di Jvari ebbe una forte influenza sull’architettura georgiana e funse da modello per altre costruzioni, inoltre diversi bassorilievi che decorano l’esterno della chiesa denotano influenze ellenistiche e altre provenienti dall’impero sasanide o secondo impero persiano.
Purtroppo ancora oggi piogge e venti, continuano a causare l’erosione dell’edificio, mettendone a repentaglio la sicurezza generale.
Un posto immerso nella natura, con attorno un panorama stupendo, lontano dalla caoticità cittadina, che vi regalerà i momenti tipici di un vero e proprio ritiro spirituale.
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